Mascherine, maschere e ministri

lunedì 11 maggio 2020


Non so quale sia stato il motivo vero per il quale avevano frettolosamente messo fuori dal carcere vecchi mafiosi ergastolani. La rivolta dei reclusi allo scoppio dell’epidemia? Certo, lo Stato dovrebbe garantire ai reclusi condizioni che non siano tali da procurar loro infezioni mortali. Ma perché proprio quelli?

E poi di dove è scappato fuori tanto coraggio del ministro Alfonso Bonafede e, soprattutto, dei funzionari della Direzione dell’Istituto di Pena che per legge sono dei magistrati distaccati al ministero.

A quello che poteva apparire un gesto di coraggio, si è subito aggiunto un gesto sostanzialmente buffonesco: un Decreto per riacchiappare i detenuti rilasciati. L’opposizione ha proposto a seguito di queste sciaguratezze una mozione di sfiducia individuale contro il ministro Bonafede. In Parlamento dovrebbero essere discusse sia la “ritrattazione” sia la sfiducia.

Io sono sempre stato contrario alla cosiddetta sfiducia individuale. Non perché manchino i casi in cui incapacità e buffoneria di un determinato ministro fanno spicco su quello di tutti gli altri, ma perché la Costituzione prevede la responsabilità e la fiducia o sfiducia da parte del Parlamento nei confronti dell’intero Governo.

Questo è il sistema del governo parlamentare. Con la sfiducia o fiducia individuale ai ministri si va verso il cosiddetto Governo d’Assemblea d’origine giacobina. Considerazioni del genere non c’è più nessuno che le faccia ed ognuno dei partiti che ha propri esponenti (si fa per dire) nel Governo ci tiene a tenerseli per buffoni ed incapaci che essi siano.

Se uso parole così pesanti è perché l’aver varato un provvedimento come quello del rilascio dei vecchi ergastolani per poi dopo qualche giorno preparare un Decreto per riacchiappare quelli così rilasciati è un modo di concepire la politica e le funzioni ministeriali, che non definire col termine buffone sarebbe una grave mancanza di puntualità lessicale.

Non sono un mago né un profeta ma credo che anche questa sfiducia individuale sarà la fine di quasi tutte le altre. Si trasformerà cioè in un attestato di benemerenza per i peggiori autori di stravaganze e sciaguratezze. Che io ricordi un solo ministro fu sfiduciato, era il ministro della Giustizia che cercava di veder chiaro in ciò che stava avvenendo a Milano con “Mani pulite”: il ministro Filippo Mancuso.

Così il Parlamento dovrebbe affrontare pressoché temporaneamente la sfiducia (per negarla) al ministro della Giustizia ed al contempo convertire in legge un Decreto che ha l’unico scopo di annullare quello che viene così considerato come un suo incredibile errore.

Bonafede, in qualunque Paese sarebbe uscito da questa vicenda con un marchio indelebile. Che, se in questa incredibile vicenda ne uscirà rafforzato nella sua credibilità pentastellata, non ci sarà certo da meravigliarsi, anche se ripetere questa storia fa drizzare i capelli in testa a chi ce l’ha, e spinge ad andare a nascondersi chi ha la ventura di essere governato da certa gente.


di Mauro Mellini