I professionisti dell’Antimafia dove sono?

giovedì 30 aprile 2020


Fra le notizie che ci accompagnano tristemente da quasi tre mesi, (contagi e morti da Covid-19, lockdown e ripartenze), siamo stati anche informati di un avvenimento che senza dubbio non può lasciare indifferenti. Rimane il Coronavirus come protagonista di fondo, ma ciò che desta l’attenzione è la recente scarcerazione di alcuni boss di mafia, camorra e ‘ndrangheta, i quali continueranno a scontare la loro pena ai domiciliari. Si tratta di criminali di un certo rilievo come Pasquale Zagaria, e molti dei quali sono condannati al 41bis, ovvero al carcere duro per mafiosi e responsabili di delitti particolarmente efferati. Le motivazioni addotte paiono essere quelle dell’età avanzata di questi detenuti, della loro convivenza con diverse patologie e del rischio quindi di contagio da Covid-19. Resta da sapere se si sia trattato di una decisione chiara e voluta oppure di un qualcosa andato fuori controllo per incompetenza.

Francesco Basentini, capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, è accusato di aver inviato una circolare nella quale invitava i direttori degli istituti di pena a segnalare i detenuti più anziani e più problematici a livello sanitario, senza distinguere però fra soggetti ancora pericolosi e non. E forse quella circolare è stata intesa come una sorta di “liberi tutti”. Tant’è che in molti hanno paventato la scarcerazione di altri padrini piuttosto noti, ossia criminali del calibro di Raffaele Cutolo, Leoluca Bagarella e Nitto Santapaola. Sembra che il governo, attraverso il ministro della Giustizia Bonafede, voglia metterci una pezza, probabilmente per non essere ricordato come l’esecutivo più solerte nel rimandare a casa i mafiosi.

Il garantismo e le battaglie per un sistema carcerario giusto e dignitoso sono doveri per ogni liberale degno di tale nome, e sicuramente non vengono elusi da un giornale come L’Opinione delle Libertà, che è appunto quotidiano liberale per le garanzie, le riforme ed i diritti civili. Tuttavia, il rischio di contagio da Coronavirus appare come una ragione complicata da sostenere, anche per i più garantisti. Una persona in regime di detenzione secondo il 41bis, vive perlopiù in isolamento e va incontro a molti meno pericoli rispetto ad un soggetto libero.

In ogni caso colpisce il silenzio assordante dei cosiddetti professionisti dell'antimafia, vale a dire dei Roberto Saviano e Leoluca Orlando Cascio di turno, tanto per fare qualche nome, anche se li conosciamo ormai. La lotta alla mafia è solo roba loro e se non la si pensa come loro, si è subito mafiosi o almeno conniventi con la criminalità organizzata. Questi sono coloro i quali osteggiavano Falcone e Borsellino da vivi, salvo poi commemorarli da morti, ed avrebbero voluto vedere marcire e morire in carcere Marcello Dell’Utri. Con un governo di diverso colore avrebbero già, come minimo, invocato piazze e forche, ma al momento non si infastidiscono più di tanto se Pasquale Zagaria può dormire accanto alla propria consorte.


di Roberto Penna