mercoledì 29 aprile 2020
La prima cosa che c’è venuta in mente dopo la frase del premier sull’atto d’amore delle banche, è stata quella delle parti invertite e ci spieghiamo, cosa avrebbero fatto i comunisti, i cattocomunisti e i grillini se in questi mesi di pandemia un governo di centrodestra si fosse comportato allo stesso modo. Ebbene con tutta probabilità saremmo già alle barricate in strada, alle edizioni straordinarie a caratteri cubitali di alcuni quotidiani, alla mobilitazione nonostante i divieti. Insomma se un governo di centrodestra a guida lega avesse commesso le stesse sottovalutazioni, ritardi, le conferenze su Facebook o a reti unificate, gli identici provvedimenti sui diritti costituzionali senza il parlamento e nominato centinaia di esperti per delegare scelte politiche, saremmo al finimondo.
Come saremmo al putiferio se il centrodestra avesse annunciato i decreti prima di scriverli, diviso il Paese tra la sicurezza del bonifico mensile agli statali e il rischio del posto e del default per i privati, proposto prestiti al posto di sussidi, trascurato categorie e confuso tutti con le date di chiusura e riapertura. La sinistra sarebbe salita in massa al quirinale, occupato il parlamento ad oltranza, preteso con ogni mezzo un cambio di governo, insomma la qualunque per mandare a casa una squadra di pericolosi illiberali e attentatori alla sicurezza sia del debito sovrano e sia del lavoro e dell’economia. Figuriamoci se nel mezzo di un dramma così con un esecutivo di centrodestra fosse arrivato il giudizio negativo e il declassamento delle agenzie di rating, la protesta delle categorie per gli interventi scarsi, dell’Oms per la pandemia, il contentino dell’Europa sulle richieste di finanziamento. Non solo ma se il centrodestra nonostante gli inviti del Colle all’unità si fosse rifiutato di accettare qualsiasi emendamento delle sinistre sui provvedimenti e fosse andato in tivù ad accusare di mendacio, nomi e cognomi i leader dell’opposizione, si sarebbe gridato al golpe militare.
Per non parlare di ciò che sarebbe accaduto sulla farsa delle mascherine con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi e per arrivare alle banche, se un premier di centrodestra dopo aver sospeso per decreto le libertà di tutti avesse invece per amore chiesto agli istituti di prestare soldi alle aziende e alla gente. Lasciamo a voi ogni immaginazione, verrebbe da dire “Elementare, Watson”. Perché in quel caso sarebbero cadute le pregiudiziali per una crisi in piena emergenza, l’impossibilità di cambiare maggioranza, insomma sarebbe accaduto ciò che accadde a Berlusconi con Mario Monti. Perché sia chiaro nel 2011 se è vero che non c’era il virus è altrettanto vero che la crisi finanziaria seppure provocata ad arte, fosse molto più grave, lo spread era a 600 il debito sovrano ad un passo dal default, la troika col biglietto in tasca e la guerra in Libia minacciosa e quasi dentro casa. Insomma nel 2011 virus a parte la situazione dell’Italia era drammatica più che mai, eppure senza battere ciglio nel giro di un fine settimana si cacciò un governo e una maggioranza che nessuno aveva sfiduciata per sostituirla con l’esercito della salvezza nazionale guidato da Monti.
Per farla breve dal colle al centrosinistra, dai sindacati all’informazione radical chic, dall’Europa ai Soros boys, dalla Germania alla Francia, un coro di fate presto per defenestrare il cavaliere, l’esecutivo, la maggioranza eletta dagli italiani. Oggi al contrario nulla si può toccare, perché il momento impedisce di cambiare e anche di fronte all’incapacità, alla inadeguatezza palese della maggioranza, alle liti costanti fra i suoi rappresentanti, ai provvedimenti risibili e parziali, alle uscite da mani sulla testa così si resta e basta. Si resta con Matteo Renzi che accusa il suo governo di calpestare la costituzione, i grillini che minacciano in pubblico l’esecutivo sul Mes, col Premier che invoca un atto d’amore delle banche senza che per amore abbia sollecitato almeno una rinuncia parziale agli stipendi d’oro dei parlamentari, istituzioni, vertici di organismi e aziende statali per solidarietà con la sofferenza grave del mondo produttivo.
Ebbene in un Paese normale, molto meno sarebbe bastato a far saltare tutto, a provocare una immediata crisi di governo per conseguenza delle accuse gravissime dentro la maggioranza, da noi invece si invoca la prudenza e la pazienza, incredibile ma vero. Non durerà, non può durare, perché la gente è stufa di, sopportare, di accettare che da una parte vi sia l’apparato pubblico che spende e spande, aspetta sereno il 27 del mese sulle spalle del resto del Paese che paga le spese pure se sta fermo, chiuso, senza poter lavorare obbligato oltretutto ad aspettare dalle banche un atto d’amore. Quel sistema bancario che col denaro pubblico e a suon di tasse è stato graziato dai disastri che ha compiuto, quello stesso sistema di credito che almeno in parte con mala gestione ha imbrogliato una marea di persone, quello stesso apparato che ha spinto il parlamento al Decreto salva banche a carico dello Stato, e in cambio siamo ad auspicare un gesto d’amore, nulla da aggiungere.
di Alfredo Mosca