Consiglio europeo: la verità nei verbali

lunedì 27 aprile 2020


Ci si domanda perché le comunicazioni del Governo in merito alle conclusioni della riunione del Consiglio europeo dello scorso 23 aprile siano poco chiare e focalizzate principalmente sulle future opzioni dei Recovery Fund. Se la comunicazione non giunge forte e chiara, come si dice in gergo militare, bisogna andare a leggere i verbali di riunione, che chiariscono esattamente i contenuti dell’intesa cui i rappresentanti dei governi sono giunti. Riportato in prima persona dal presidente Charles Michel, dopo le consuete frasi di circostanza inneggianti alla solidarietà e all’impegno comune, è scritto: “We endorsed the Eurogoup agreement” cioè “Abbiamo approvato l’accordo raggiunto dai membri dell’Eurogruppo il 9 aprile”.

I membri dell’Eurogruppo il 9 aprile avevano previsto un pacchetto di aiuti di 540 miliardi da distribuire agli Stati Membri tramite il Mes nella porzione di 240 miliardi fruibili da ciascun membro nel massimo del 2 per cento del proprio Pil, alle imprese tramite la Banca europea degli investimenti (Bei) nella porzione di 200 miliardi e ai lavoratori tramite il nuovo strumento contro la disoccupazione chiamato Sure, nella porzione di 100 miliardi. Il Mes, per l’occasione denominato ‘light’, è precisato che potrà essere elargito senza condizionalità ma solo per spese dirette o indirette connesse al contrasto del Coronavirus. Nel verbale è riportato che Wopke Hoekstra, il rappresentante olandese, ha tenuto ad aggiungere che al di fuori dei ben delineati contorni di emergenza sanitaria, i Paesi che faranno ricorso al beneficio dovranno accettare le riforme previste dal meccanismo.

Questi sono i fatti fedelmente riportati dal rapporto di riunione facilmente consultabile. Sarebbe bastata una conferenza di pochi minuti per esporli, casomai tranquillizzando gli ascoltatori che è stato ben approfondito dagli esperti che il ricorso a tali non dilazionabili finanziamenti non comporterà alcun rischio e casomai spendendo due parole su come l’Italia penserà di affrontare il crescente debito con uno spread in rapida ascesa. Sarà anche vero – come sostengono molti – che “i debiti sono solo uno stato d’animo”, ma gli interessi no, quelli bisogna pagarli.


di Ferdinando Fedi