Coronavirus, Fontana: “Non riapro la Lombardia senza l’Ok dei tecnici”

venerdì 28 febbraio 2020


Attilio Fontana non è pentito di avere indossato la mascherina. Il presidente della regione Lombardia, intervistato da Repubblica e Sole 24 Ore, spiega che rifarebbe il video in cui annunciava il suo autoisolamento, nonostante le polemiche nate sul suo gesto: “Lo rifarei”, dice, perché “volevo far capire ai cittadini che rispettando certe regole di base fissate dall’Istituto superiore di Sanità si può vivere normalmente. Tanto è vero che continuo a lavorare”.

Fontana ricorda che “chi è stato vicino a una persona che è stata dichiarata positiva deve indossare la mascherina, provarsi la febbre due volte al giorno e rimanere in contatto con il medico per descrivere eventuali sintomi”. Per quanto riguarda la possibilità di rivedere l’ordinanza contro il rischio Coronavirus, “dobbiamo aspettare gli esiti dell’applicazione delle misure più drastiche, occorrono almeno cinque o sei giorni almeno. Tra domani e dopodomani valuteremo”.

Riaprire le scuole “non dobbiamo deciderlo noi, ce lo devono dire i medici, gli esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità”. In Lombardia “la situazione è stabile, il numero dei malati gravi è in percentuale sempre la stessa, il numero delle guarigioni aumenta”. Se non si fosse intervenuti così drasticamente, “forse ora il problema sarebbe superiore. Non possiamo dirlo e soprattutto non siamo stati noi a parlare di rischio pandemia. Mi fido dell’Oms”.

E sulla richiesta del sindaco di Milano Beppe Sala di riaprire la città, dice: “Se tutti parlassimo meno, sarebbe meglio. Queste sono scelte che non competono a nessuno tranne che agli scienziati”. Se lunedì “l’Istituto superiore di Sanità dice che va bene riaprire, “per me è ok. Ma se dice no: fermi tutti, io dico di no”. Fontana commenta anche l’ipotesi di un governo d’emergenza avanzato da Matteo Salvini: “Conte si sta impegnando molto e il confronto con lui va bene”.

Intanto, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli scrive una lettera al governatore lombardo. “Non si può accettare che i nostri medici si trovino a fronteggiare l’emergenza Covid-19 senza le dotazioni per la protezione personale dal virus. Un medico che si ammala – aggiunge – è un medico sottratto al servizio sanitario nazionale e alla tutela del diritto alla salute”.


di Manlio Fusani