venerdì 24 gennaio 2020
Una bella e intensa operazione di restyling. Ecco cosa ci vuole in Italia e per noi tutti italiani. Un po’ come Donald Trump ha fatto e sta facendo in America. L’Italia, per fare questo, deve andare oltre la sinistra, oltre la destra, deve focalizzarsi su produzione e produttività economica. In Belgio sono stati e sono tuttora senza governo e le cose funzionano. Bisogna destrutturare l’intero apparato pubblico amministrativo e politico e ricominciare da capo, dalla base.
Quello che serve, è cioè utile alla collettività, rimane, quello che è improduttivo e zavorra anti-economica, deve essere eliminato, annullato e cancellato. Quello che serve al nostro Paese non è una nuova maggioranza politica ma un nuovo sistema politico e di strutturazione dello Stato. Sono passati cento anni dalla costruzione dell’apparato statuale, così come lo conosciamo, italiano (ministeri, enti pubblici, partiti, istituzioni e via dicendo). All’evidenza, sotto gli occhi di noi tutti, non funzionano più. Non è più neanche “colpa” di un solo ente pubblico o corpo sociale specifico, quanto dell’intero sistema pubblico italiano che non funziona più.
Bisogna rifondare il nostro Paese. Quando si fanno le pulizie a casa, si fa un pochino alla volta, una ristrutturazione completa quotidiana è infatti impossibile. Quello che dobbiamo fare noi in Italia è andare a votare spesso in modo tale da individuare, tra i tanti voti, i ristrutturatori competenti ed efficaci Chi abbia un progetto ed un programma di ristrutturazione dello Stato. Si comincia, con i nuovi governi, con la remise en forme della giustizia italiana, che ad oggi, così com’è strutturata, impedisce la normale evoluzione ed un normale svolgimento dell’economia italiana. Si prosegue con la riforma e disciplina dei partiti politici italiani, da rendere come per la giustizia economicamente autonomi ed a se stanti.
Si continua con l’eliminazione degli enti ed istituzioni pubblici inutili e dissipativi per le casse degli italiani. Primo step dei nuovi governi sono l’abbassamento delle tasse e la reimmissione dei soldi pubblici degli italiani nella produttività e per la crescita. Oggi siamo totalmente fuori strada. Ripetiamo motivi e litanie già viste e facciamo del nostro Paese un Paese vecchio ancora prima di un luogo da cui fuggire a gambe levate.
Le regioni stanno via via votando le proprie amministrazioni ma, qualsiasi siano i risultati, quello che dobbiamo fare in Italia è andare a votare alle politiche nazionali spesso. In modo da dare un riassetto funzionale al nostro futuro. L’Italia deve essere popolata da italiani produttivi, non divenire lo stipendificio assistenzialista improduttivo quale è oggi. Produttivo, il Paese sarà attrattivo per noi tutti. Si dirà: ma si deve votare spesso, però si starà bene anche senza governi. Le due cose sono l’una la conseguenza o l’effetto dell’altra. Oggi non possiamo fare altro che votare spesso e tanto. Con questi frequenti voti individueremo cosa sta in piedi economicamente e cosa estirpare e cancellare via. Così facendo arriveremo a un punto in cui, strutturato ed assestato il nostro Paese nel modo corretto, anche noi non avremo bisogno dei governi. È un percorso da fare con strategia e progetto, con capacità. Forza. Si cominci con il voto che oggi viene impedito a noi tutti.
di Francesca Romana Fantetti