giovedì 9 gennaio 2020
La collocazione attuale dell’Europa? Nella terra di nessuno dei cuori bianchi, quelli senza sangue, privi di ardire e di coraggio (politico). È così che ci siamo ridotti dopo settant’anni di autoflagellazione, per l’espiazione dei terribili peccati del nostro passato coloniale e per aver generato i peggiori “ismi” del XIX secolo (Comunismo, Fascismo, Nazismo, nell’ordine cronologicamente esatto), che hanno procurato all’umanità centinaia di milioni di morti, con stragi etniche e di classe (Lenin e Stalin), con genocidi come l’Olocausto della soluzione finale decisa da Hitler e, prima di lui, con l’eccidio di massa del popolo armeno da parte dei turchi.
Finché c’è stata Guerra (quella Fredda, in particolare), sussisteva la speranza che a pagare il conto della nostra difesa fossero gli Usa, contrapposti ideologicamente alla cortina di ferro dell’ex Urss. Dopo la Caduta del Muro siamo stati davvero incapaci di tutto, rifiutandoci sia di crescere politicamente sia di prendere in carico la salvaguardia dei nostri territori dalle minacce esterne attraverso una Difesa comune. Nani politici e militari, fuori e dentro la Nato, non siamo stati in grado né di fare da contrappeso serio all’America, impedendole inutili avventure in Afghanistan e Iraq, né tantomeno di attrezzarci per un “Warfare Game” totalmente non ortodosso, come quello condotto dai terroristi islamici che hanno un raggio d’azione planetario, coniugato con la guerriglia delle milizie contrapposte, soprattutto mediorientali, in quelle che sono definite “guerre per proxy”.
Tali, infatti, sono le guerre per procura scatenate dal generale iraniano Qasem Soleimani in Iraq, Siria, Libano e Yemen. Mentre in Libia la guerra indiretta all’Occidente e all’Europa la fanno le milizie che proteggono i trafficanti di schiavi. Come si adattano i valori di libertà/diritto di America + Europa a questa strategia che viola i confini nazionali creando e infiltrando miliziani religiosi nei Paesi confinanti per minacciare governi locali, condizionarne le strategie diplomatiche nei confronti di tutto l’Occidente e sostenere, in particolare, la cancellazione di Israele dalla mappa geografica del Medio Oriente? Vorremmo davvero saperlo da quella sfinge che corrisponde al Parlamento di Bruxelles e al suo braccio secolare della Commissione europea. Faccio un esempio conclamato: la Libia. A che cosa corrispondono nel falso dualismo tra libertà/diritto l’eliminazione di Gheddafi alla “come viene” identica a quella analoga e devastante di Saddam (il falso mostro delle armi chimiche), prive entrambi di una strategia per il “dopo” per favorire la semina del processo democratico e del Nation Building, in particolare? Altra macchia orribile sul nostro onore di europei: la mancata liberazione degli schiavi prigionieri ieri dell’Isis (vedi il genocidio degli Yazidi, dei cristiani e di tutti coloro che non fossero musulmani radicali) e oggi dei miliziani libici che controllano i traffici di esseri umani nel Mediterraneo.
Chi viene criminalmente ammassato sui barconi, indipendentemente dalle condizioni del mare e delle stagioni, è costretto a farsi naufrago per essere soccorso e richiedere poi un riconoscimento del diritto all’asilo, infondato per almeno il 90 per cento dei casi! Domanda retorica: questa in democrazia come la chiamiamo se non con il suo vero nome di “guerra difensiva” cui dobbiamo fare ricorso per eliminare con la forza la gravissima minaccia dei trafficanti di esseri umani che operano indisturbati davanti alle nostre coste? Per molto meno, se ben ricordo, abbiamo attivato intere armate navali per sbarazzarci definitivamente della pirateria marittima che infestava i mari di mezzo mondo!
Spiegatemi un po’ come mai, anziché blaterare di interventi umanitari e di diplomazia inconcludente, non abbiamo attivato per tempo l’intervento dei Caschi Blu dell’Onu, a guida occidentale, per interporci con la forza e con protocolli d’ingaggio adeguati (chiunque sia l’aggressore va fermato nell’immediatezza e le sue basi d’appoggio vanno immediatamente distrutte) nelle zone caldissime di Iraq, Siria, Libano e Yemen, contrastando a muso duro tutti coloro che oggi stando dando fuoco alle polveri in Medio Oriente? Davvero la nostra ipocrisia arriva a tanto da dimenticarci che il regime degli Ayatollah è stato da sempre il maggiore nemico del suo popolo e il più grande sponsor del terrorismo islamico antioccidentale? Fate bene attenzione, cari cuori bianchi: il primo tra sunniti e sciiti che avrà arsenali nucleari li userà innanzitutto per colpire noi!
di Maurizio Guaitoli