Autostrade, si studia ipotesi maxi-multa ma il M5s è contrario

giovedì 9 gennaio 2020


Sulla vertenza Autostrade il governo giallorosso non ha ancora trovato una sintesi. “Maxi multa? Non scherziamo”. È quanto affermano fonti grilline a proposito dell’ipotesi di una maxi-multa nei confronti di Autostrade per l’Italia come possibile alternativa alla revoca. Si tratta di una delle strade allo studio per chiudere il dossier sulla concessione di Aspi aperto dopo il crollo del Ponte Morandi. Ma per il M5s, “lo Stato non accetta carità, solo giustizia per le vittime. Per chi ha causato il crollo del Ponte Morandi non ci saranno sconti. Ci sono le famiglie di 43 vittime che ancora attendono giustizia. La revoca della concessione ad Autostrade va inoltre nella direzione di un successivo abbassamento dei pedaggi. Bisogna cambiare il sistema degli affidamenti”.

La posizione del Pd è molto più sfumata. “Non so da dove sia uscita fuori questa proposta, francamente”. Così il leader dem Nicola Zingaretti a margine di un incontro a Vignola (Modena), sull’ipotesi di una maxi multa come alternativa alla revoca della concessione per Autostrade. “Adesso vedrà il Governo come affrontare il tema. Su autostrade è molto chiaro: è giusto che lo Stato sia più forte e autorevole nei rapporti con i concessionari, ma non bisogna avere nessun preconcetto. Si entra nel merito delle concessioni: chi le ha rispettate, bene. Chi non le ha rispettate bisognerà vedere come comportarsi”.

Per evitare la rottura della concessione, “Aspi ha fatto diverse proposte anche al precedente governo. Le abbiamo ritenute insufficienti per le ricadute a vantaggio dei cittadini. I 700 milioni per la riduzione dei pedaggi? Ci saremmo aspettati una riduzione significativa delle tariffe ai caselli, senza modificare il piano di maggiori investimenti per la rete e per la manutenzione. La proposta è insufficiente”. Lo afferma la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, in un’intervista a Repubblica. “Autostrade comprende i 600 milioni della ricostruzione del Ponte Morandi nel risarcimento che offre allo Stato? Sono soldi già previsti per legge. Se la discussione comincia così non è solo insufficiente, è anche irricevibile”, dice De Micheli, che sottolinea come l’adozione dell’eventuale revoca poggi “su due basi: giuridica ed economica. Vanno valutate entrambe. Le decisioni del caso verranno condivise con il premier e con i ministri”. Quanto ai tempi, “non mi sbilancio, ma la verifica è praticamente conclusa”.

Dalle carte, aggiunge, “sono emerse carenze nella manutenzione e nei controlli che non sono stati fatti a regola d’arte, come si dice in cantiere. E non riguardano solo il Morandi”. Per la ministra, “al di là di Aspi, va rivista la cultura del rapporto tra il privato e il pubblico. Il pubblico ha un interesse prevalente e se non ha la forza di farlo valere si crea uno squilibrio che è un danno anche per il privato perché si abbassa la qualità. La tragedia di Genova purtroppo è una lezione”, dice. “Anche lo Stato non può limitarsi a puntare il dito, deve farsi carico di una maggiore capacità di controllo”.


di Manlio Fusani