mercoledì 8 gennaio 2020
In Emilia-Romagna si può cambiare la storia. Ne è convinto Matteo Salvini. “Di misura, non dilagheremo come in Umbria, ma sia chiaro che qui noi vinciamo. E conterà solo quello: dal 27 gennaio cambierà il mondo”. Il leader leghista sembra non avere dubbi. E lo dice a Repubblica, in un’intervista pubblicata oggi.
“Vinceremo qui e in Calabria. Il Movimento 5 stelle prenderà il 5 per cento. Dove andranno a quel punto? Quanto potranno resistere sulle poltrone? Non andranno lontano, perché dove ci fanno votare vinciamo noi, non c’è più storia”. L’ex ministro dell’Interno guarda anche ai prossimi appuntamenti: “Succederà anche in Toscana. Tanto hanno paura che hanno paralizzato il Paese per venti giorni, in attesa del voto e della sconfitta”.
Negli ultimi mesi sono state diverse le polemiche nei confronti della candidata Lucia Borgonzoni che, a detta di molti, è passata in secondo piano per l’eccessiva importanza conferita al segretario federale del Carroccio: “Ci siamo divisi i compiti e le zone, per questo lei non si vede, il governatore pensi a Facebook, ormai si vede solo lì, qui in giro ci sono solo io. Il 26 non voteranno pesci, votano uomini e donne”. Continua l’assalto della sinistra sul caso Gregoretti: “La sinistra vuole eliminarmi per vie giudiziarie non potendomi sconfiggere politicamente. Vorrei sapere dai magistrati quanto sta costando la mia indagine, avrei voglia di guardarli negli occhi”.
Durante un incontro elettorale, ha parlato ai cittadini di Fontevivo, realtà del Parmense, guidata da una amministrazione del Carroccio. “Mi auguro – ha detto – che il 26 gennaio dimostriate al mondo che l’Emilia-Romagna è altro e merita di meglio rispetto a questa gente del Partito democratico che sta dormendo da cinquant’anni”. Alle consultazioni “mancano 18 giorni: ho bisogno che voi parliate con il mondo, prendiate le agende di Whatsapp” per contattare persone visto che “c’e tanta gente che è indecisa, che dorme, che è depressa, è incazzata. Per la prima volta dopo settant’anni si può cambiare la storia e Fontevivo è la testimonianza che volere è potere”.
Qua, ha argomentato, c’è “il modello Fontevivo. Un conto è chiacchierare, un conto è fare: i controlli sulle case popolari assegnate a italiani e stranieri qua li hanno fatti; i contributi alle famiglie italiane, nei limiti del bilancio comunale, li hanno dati; gli asili gratis li hanno dati; le telecamere di sorveglianza qua le hanno installate. Ci rivedremo la primavera prossima: vorrei confermare la squadra di governo di Fontevivo per il lavoro fatto in questi cinque anni”.
di Mino Tebaldi