Che s’ha da fa’ pe’ campa’ ovvero Governo Conte, Pirandello e la patente

mercoledì 8 gennaio 2020


Il Governo Conte deve avere i poteri che nel linguaggio napoletano, ma, oramai, corrente, si chiama iettatura, “iettatorio”! Porta jella. O, per dire meglio, quelli che portano jella sono le sue catastrofi, i timori, le questioni circa la sua sopravvivenza. Sta per sprofondare la maggioranza, il Governo sembra sul punto di dover mandare il suo presidente al Quirinale a presentare le dimissioni e zac! si scatena qualche catastrofe, qualche avvenimento luttuoso, di fronte al quale le dimissioni o la durata di un simile governicchio sono cose addirittura urtanti, che è meglio, per il momento, dimenticare, mettere da parte.

Anche quello dello jettatore può diventare, com’è noto, un mestiere e anche redditizio. Ricordate Luigi Pirandello e la novella La Patente, dalla quale fu tratto anche un gran bel film con Totò, in una delle sue migliori interpretazioni? Lo jettatore pretende una certificazione ufficiale. Vuole che non vi sia possibilità di dubbio sui suoi poteri di menagramo. Sissignore. Perché ha trovato il modo di camparci sopra. Anche il Governo Conte deve portare jella, almeno quando pare che stia per tirare le cuoia. La mattina aprite il giornale cercando il titolone sull’annunzio che Giuseppe Conte sia “salito al Colle”, e trovate, invece tutte le prime pagine occupate dalla notizia di qualche catastrofe più o meno naturale. È capitato, più volte, anche questa estate, e pure a settembre, ad ottobre, e poi, prima e dopo Natale.

Sempre qualche fattaccio brutto, di quelli che ti impediscono di trattare d’altro. E volete andare a discutere di dimissioni di un mezzo Governo, mentre la gente muore, le macchine precipitano nel baratro, Venezia è allagata dall’acqua alta, anzi, altissima. Ed avreste il coraggio di ricordare a Conte di doversi dimettere? In ultimo è successo proprio questo. Sembrava dovesse essere la volta buona.

E, paffete! Donald Trump fa ammazzare il generale iraniano Qasem Soleimani. E che volete parlare di crisi di Governo col rischio di qualche razzo iraniano che piombi se non su Roma, nei dintorni? E, di fronte ad una grande crisi internazionale, si chiude un occhio sulla crisi del Governo italiano. Anzi si cerca di far dimenticare che fino a ieri non si parlava d’altro. Erano sciocchezze! Qui rischia di scoppiare la guerra. E questa volta è stata quella buona per assicurare a Conte addirittura la “patente”, quella che il protagonista jettatore della novella di Pirandello voleva dal Pretore. Certo Totò era più divertente. Ma non si tratta di una gara di umorismo.

Conte ha oramai la “patente”. Dio ci salvi dalla crisi del suo cosiddetto Governo. Con le catastrofi che queste chiacchiere provocano c’è rischio che ci rimettiamo noi le penne. Zitti. Conte ha la “patente!” Come il personaggio di Pirandello. Come Totò del film. Peccato che Pirandello sia morto da tempo. Vedere realizzato a così alto e realistico livello la sua storia sarebbe stata per lui una grande soddisfazione.


di Mauro Mellini