martedì 17 dicembre 2019
Sardine in… scatola! Ovvero: appena pescate e subito messe sott’olio. Anzi, a… marinare. Come si fa a scuola o con la cultura inconsistente dei social. La loro mi appare una fuga dalla realtà, quindi, dove una folla indistinta è sempre e comunque in attesa del suo Burattinaio, pur denegandone con tutte le sue forze l’avvento prossimo venturo. L’involucro, i fili e tutto il resto del burattino collettivo sono belli che pronti. Manca Mangiafuoco, che però qualcuno ha già intravisto in un Grande Vecchio di Bologna. Il vero, insolubile problema italiano è immortalato da Flaiano già nel secolo scorso: “trattasi [le ricorrenti crisi politiche] di cosa grave ma non seria”. Anche se ci starebbe bene il viceversa, in questo caso. Una nota di severa censura, da parte mia, se mi si consente, con cui intendo denunciare la mancanza di serietà scientifica da parte di colleghi analisti e osservatori anche di rango, nell’esaminare uno pseudo fenomeno che si vorrebbe “impolitico” come quello delle Sardine. A parte l’orribile conio che denota una vasta folla di soggetti microencefalitici (che si sostanzia poi nell’altrettanto orrido slogan “Uno vale Uno” con cui si vorrebbe sotterrare quello opposto del mitico Marchese del Grillo), rimane in piedi la famosa equazione della politica: “I voti si pesano o no?”. Se sei Cuccia, dominus di Mediobanca, evidentemente vale la prima ipotesi. Ma se sei Boris Johnson, Merkel, Salvini, o Trump per governare i voti li devi contare. Quindi: quanto varranno nelle urne le Sardine?
Io non credo assolutamente alla morale dei giovani “gretini” che vorrebbero salvare il mondo dal disastro ecologico, ispirati dalla più famosa delle giovanissime attiviste della green economy. E sapete perché? Semplice: mi dicessero loro per primi questi adoratori dell’Agorà se, per caso, passeranno ai fatti concreti riducendo per più della metà i loro consumi effettivi di griffe, cellulari ultimo strillo e di tutti quanti gli altri costosi piaceri dell’ozio che sostengono questo aberrante apparato produttivo del post capitalismo. Mi dicessero loro come si fa a rispondere al drammatico quesito occupazionale per cui digitalizzazione e robotizzazione hanno fatto sparire per sempre molti milioni di posti di lavoro nelle manifatture ad alta densità di manodopera impiegata, così come nei settori dei servizi di banche, imprese e commerci (vedi Amazon e Alibaba cinese, ancora più globalizzante del primo). Ci dicessero loro, questi nuovi Figli del Secolo XXI, quale istruzione superiore desiderano, visto che i futuri redditi da lavoro (vedi Censis 2019!) saranno sempre di più high-tech e con un contenuto di skill sempre più elevato: il che postula lo scenario di una rincorsa senza fine verso l’aggiornamento e la formazione continui con conseguente, durissimo impegno di studi e sacrifici! Cari i miei giovani, non vi credo affatto e per nulla, in tutta franchezza, perché per essere veri vi dovreste saper battere come i vostri coetanei di Hong Kong, dell’Iraq, dell’Algeria e di tutti quei Paesi dove le giovani generazioni scese in piazza rischiano davvero la vita e le persecuzioni del regime.
Voi, di grazia, che cosa rischiate? Qualche griffe? Perché, vedete, non solo i voti alle legislative si contano in una democrazia rappresentativa ma il potere (si spera, almeno da parte vostra!) si contende con idee rivoluzionarie e con la presenza capillare e assidua di… rivoluzionari sui territori! Vi faccio un esempio chiaro: come intendete sfidare i militanti della Lega che sui luoghi della loro militanza, soprattutto nei piccoli comuni, entrano a fondo nelle problematiche pratiche delle loro comunità, come dare concretamente una mano agli anziani in difficoltà, magari portando loro la borsa della spesa, pagando le bollette al posto di chi non ce la fa, e via discorrendo, che fa tanto radicamento politico locale? A livello nazionale, ad es., siete stati ancora una volta surclassati nell’attenzione mediatica da quel Salvini che vorreste morto, il quale profetizzando l’avvento di Draghi (prima a Palazzo Chigi e poi al Colle, come sto ripetendo anch’io da almeno un anno a questa parte) ha messo definitivamente il bavaglio allo sciocchezzario Borghi-Bagnai sull’euro, per proporre un berlingueriano nuovo compromesso storico tra i soli due veri soggetti e schieramenti che hanno titolo a contendersi il potere in Italia. Care Sardine, vi vedo messe male… Detto da chi, come me, nel 1967-68 era studente al primo anno di Architettura alla Facoltà di Valle Giulia e la “Rivolta Studentesca” (unica e sola in Italia!) l’ha vissuta in prima persona!
di Maurizio Guaitoli