Una gigantesca commedia

lunedì 9 dicembre 2019


Dal Governo alla maggioranza fino alle sardine stiamo assistendo ad una commedia dell’incoscienza che pagheremo cara; una situazione insopportabile figlia della nascita di una alleanza ipocrita e basta.

Insomma, siamo finiti dentro una carnevalata al contrario perché al posto dell’allegria testimoniata dalla festa prequaresimale c’è solo la scriteriatezza e il rischio serio di pagare il conto salatissimo della sconsideratezza politica dei giallorossi. Del resto a un passo dalla fine dell’anno siamo ancora in balia di una Finanziaria che sembra la vecchia pubblicità del Fernet Branca, una pallottola di pongo, che cambia forma ogni momento, vuoi per la paura, vuoi per le minacce reciproche, vuoi per l’incapacità di scelta e d’indirizzo. Da settembre la Legge di stabilità avrà cambiato corpo 30 volte con l’unico comun denominatore di un costo che alla fine sarà maggiore dell’aumento dell’Iva che sarebbe stato anche perché, come abbiamo scritto più volte, sull’Iva nel 2020 saremo punto e a capo per sterilizzarla ancora. Un costo che oltretutto non sarà solo economico ma di fiducia, di diritti e garanzie che verranno cancellate verso i cittadini e i contribuenti; parliamo ovviamente della prescrizione e delle manette ad ogni piè sospinto. Col risultato che oltre al prezzo e alla persecuzione fiscale che ci ritroveremo, ci sarà un crollo ed una ulteriore fuga dagli investimenti e dalla fiducia per un sistema che, anziché stimolare la produzione della ricchezza e del lavoro, la bastona, perseguita e intimorisce. Per non parlare dell’avventatezza e della pericolosità del Mes di cui ci accorgeremo solo quando fosse disgraziatamente ratificato, roba da mangiarsi i gomiti vista la quantità e l’autorevolezza dei rischi segnalati sulle modifiche del Fondo Salva-Stati.

Come se non bastasse, questa alleanza, peggio di come fu per i girotondi contro Silvio Berlusconi, ha messo in piazza le sardine per manifestare non sul fatto, ma sulle ipotesi future; insomma, una protesta preventiva contro un verdetto possibile della democrazia. Perché sia chiaro, se dal voto risultasse un successo del centrodestra a guida Salvini, sarebbe l’espressione del giudizio democratico elettorale e non un blitz anticostituzionale; dunque le sardine aizzate dal Pd e dai grillini, più che contro Salvini, protestano sulle intenzioni possibili di milioni di concittadini. Insomma, una sorta di minaccia ad escludendum, come se l’opposizione non avesse il diritto di sostituirsi attraverso il voto popolare alla maggioranza attuale; un divieto preventivo, strillato in piazza da migliaia di casinisti legati solo da slogan beceri e antileghisti.

Le sardine urlano solo un mucchio di scemenze, offese e insolenze contro Salvini, Meloni e il centrodestra, senza uno straccio di programma e di proposta; scendono in piazza spalleggiando la sinistra per fare casino e basta. Oltretutto, questi sproloquiatori vengono esaltati dall’informazione di sostegno alla sinistra, come fossero un oceano di santoni anziché qualche migliaio di strilloni, dimenticando che a proposito di piazza il centrodestra a San Giovanni di sostenitori ne ha portati più di 200mila il 19 ottobre scorso. Ma se ciò non bastasse, c’è il ridicolo di una protesta che non è contro una Finanziaria assurda, il rischio di chiusura dell’ex-Ilva, della perdita di migliaia di posti o la fuga dei giovani che vanno via perché non c’è futuro, o il reddito erogato a brigati e camorristi, ma è contro Salvini. Roba da matti.

Ecco perché parliamo di commedia insopportabile, di un quadro che sta trasformando il Paese nel palcoscenico della farsa, in un teatrino del “casino” e basta, senza la minima contezza del rischio che corriamo di sprofondare in una crisi secolare. Non sanno governare, stare assieme, non sanno cosa fare, non vogliono farci votare, non hanno un programma, un progetto, una proposta ma solo il terrore di perdere il potere, hanno paura che la democrazia consegni il Governo al centrodestra, ecco perché diciamo basta.


di Alfredo Mosca