Regionali in Calabria, la villa “parzialmente abusiva” del grillino Aiello

venerdì 29 novembre 2019


Dopo il sì alla candidatura, Francesco Aiello deve affrontare una grana. Il docente Unical, candidato grillino alla presidenza della Regione Calabria, è alle prese con la vicenda che riguarda la sua casa. La villetta di Aiello è stata dichiarata “parzialmente abusiva” e in parte da abbattere. Eppure, è ancora tutta intera, a Carlopoli, in provincia di Catanzaro, nonostante Tar e Consiglio di Stato abbiano condannato il professore e il fratello a demolire un piano.

Il fatto è stato anticipato oggi da Repubblica. La villetta, edificata negli anni Ottanta, sarebbe stata costruita violando la quota delle cubature previste. Secondo quanto riporta il quotidiano la casa risulta “per lo più abusiva”. Nel corso della vicenda, durata un decennio, dopo vari esposti e sanatorie la casa è rimasta integra nonostante la decisione dei giudici sull’abbattimento del secondo piano, demolizione mai effettuata.

In una lunga nota, il professore replica mostrandosi per niente turbato. “Rispondo con serenità – scrive – alle accuse di abusivismo edilizio rivoltemi il giorno successivo all’accettazione della candidatura a governatore della Calabria con il Movimento 5 Stelle. Vengo additato per una casa che non ho realizzato io. Inoltre, mi si rimprovera di non averla ancora demolita. Nello specifico non c’è alcun ordine di demolizione da parte della giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato), che ha invece stabilito che debba essere il Comune di Carlopoli a scegliere quale provvedimento applicare. Negli anni Ottanta furono i miei genitori a costruire il fabbricato in questione, con una volumetria superiore rispetto a quanto consentito dalle norme”.

Aiello scrive ancora: “A distanza di quasi quarant’anni e proprio quando decido di mettermi a servizio della mia gente e della mia terra, mi viene dunque attribuita una responsabilità che non ho. Ai tempi, un vicino iniziò a produrre esposti per via della volumetria maggiorata, aspetto che mio padre aveva pensato di sanare acquistando, negli anni Novanta, un terreno adiacente per asservirlo al fabbricato. Cominciai a occuparmi del caso nel 2012. All’epoca mio padre soffriva di Parkinson e io dovetti assisterlo nel suo drammatico declino, successivo alla scomparsa prematura di mio fratello Domenico. Da allora ad oggi, da figlio mi sono trovato mio malgrado davanti a questo problema, che tutti i tecnici interessati avevano suggerito di risolvere utilizzando il terreno comprato da mio padre per asservirlo alla casa esistente. Le sentenze della magistratura amministrativa dicono che è il Comune di Carlopoli a dover indicare la strada alternativa. Nel merito l’ente non si è ancora pronunciato, benché sollecitato dal Tar della Calabria. Sto allora attendendo l’ultima parola, che spetta al Comune. Pertanto nel merito ho agito correttamente: non ho imposto nulla, non ho condizionato nessuno e sto pazientemente aspettando di conoscere la decisione per un fatto che non ho commesso io”.

Aiello conclude sostenendo di avere “voluto chiarire questa storia per fermare lo sciacallaggio già partito contro la mia persona e in primo luogo per dovere di coscienza e di trasparenza rispetto all’opinione pubblica e soprattutto ai calabresi. Mi auguro che in questa campagna elettorale nessuno ripudi il buon senso e il ragionamento, fondamentali nella vita pubblica e in quella di ciascuno”.


di Manlio Fusani