giovedì 28 novembre 2019
Iddio e la storia sanno quanto siano riprovevoli le culture politiche prepotenti e quanto i popoli abbiano bisogno di governi e istituzioni gestiti da persone sensibili, degne e moderate. Il popolo italiano non sfugge certo a questa verità.
I decenni della cosiddetta Prima Repubblica, seppure con la prepotenza comunista sempre in agguato, hanno mantenuto la moderazione, però non hanno saputo evitare il lento progredire della corruzione. Poi, i processi di “Mani Pulite” hanno iniziato a segnare il passaggio alla cosiddetta Seconda Repubblica. In quegli anni, nel pieno di un entusiasmo popolare che si è poi rivelato sciocco, Indro Montanelli anticipava i suoi presagi negativi sull’avvento della Seconda Repubblica, già includendo anche la “discesa in campo” di Silvio Berlusconi.
In seguito, da Emilio Fede, a Vittorio Feltri, a Maurizio Belpietro, ad altri, abbiamo considerato questi professionisti come coraggiosi esponenti di un giornalismo che prendeva le distanze dallo sterile monocolore rosso di certa informazione italiana e li abbiamo immaginati come eredi di quel grande Montanelli (che mi onoro d’aver conosciuto personalmente insieme a Cesare Zappulli), salvo poi constatare che forse esatti eredi non sono. L’odierna baldoria sovranista e populista ha il pregio di opporsi alla desolazione del Governo vigente, ma non è certo espressione di una politica intelligente, democratica, moderata, liberale e cristiana.
Sono molti a ritenere che dei simulanti e parvenu come Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti, Matteo Renzi e i loro strascichi di vanitosi sbarbatelli e “sbarbatelle”, non possano modificare in meglio la dannata realtà sociale e politica dell’Italia; pur non di meno, è impensabile che detta dannata realtà possa essere migliorata da sedicenti sovranisti e populisti che esibiscono comportamenti e parole che sono antipodo di ogni buon senso. Oltre a portare la corruzione a livelli altissimi, la Seconda Repubblica ha disintegrato la cultura e la cultura politica; invece di richiamare alla logica e alla dignità, ha avallato i maggiori “grilli” parlanti e i più spocchiosi cacasenno. Inoltre, gli slogan con cui il popolo formula teoremi e tesi, dimostrano che si preferisce starnazzare anziché connettersi alla logica.
In tema di politica, esistono italiani che sembrano affetti da certo islamismo; perduta la libertà del dubbio e del ragionamento, sono come estremisti che sanno solo divinizzare o demonizzare. Quante volte e quanti idioti abbiamo messo al potere, per poi accorgerci che erano idioti?
A proposito, questo Governo cadrà?
Ovvio, non con la velocità del fulmine, ma cadrà. Le elezioni arrivano ma, date le alternative vigenti, siamo davvero certi che l’eventuale cambio della guardia non sarà la ripetitiva metamorfosi che rimuove degli incapaci e cacasenno attuali, per riproporre un nuovo “plotone” d’incapaci e cacasenno? In Italia, un incapace è un incapace, due incapaci sono due incapaci, ma l’unione di più incapaci diviene spesso dirigenza dei partiti politici.
di Giannantonio Spotorno