mercoledì 27 novembre 2019
Le forze che sostengono la maggioranza giallorossa vanno allo scontro sulla riforma della giustizia. Secondo Giuseppe Conte, “la norma sulla prescrizione è giusto che ci sia, anche perché gli effetti verrebbero a prodursi negli anni a venire”. Per il premier “questo non significa che non ci sia necessità di assicurare un sistema di garanzie adeguato per assicurare il vincolo costituzionale della durata ragionevole dei processi. Sono convinto che con l’accordo di tutte le forze politiche troveremo una soluzione”.
Il ministro grillino della Giustizia Alfonso Bonafede non nasconde il proprio disagio. “Sulla prescrizione – afferma – sento un po’ di discorsi su chi deve vincere. A me non interessa. Io ritengo che in Italia sia una conquista di civiltà il fatto che se si arriva alla sentenza di primo grado, dopo non è più possibile che il processo cada nel nulla. A quel punto lo Stato si deve sentire obbligato a dare una risposta di verità e giustizia”.
Secondo Bonafede, “parlare di processi eterni è sbagliato. Noi dobbiamo fare in modo che i processi durino poco e che a un certo punto si debba arrivare alla decisione. Se questo è l’obiettivo di tutti portiamolo avanti”.
D’altro canto, il Pd è sempre più garante delle posizioni espresse dal premier. Il vicesegretario dem Andrea Orlando è “assolutamente d’accordo con Conte quando dice che per la prescrizione il problema è trovare un bilanciamento nell’ambito del processo. Al momento, però, le soluzioni prospettate non sono adeguate”.
Il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci non perde l’occasione per attaccare il leader pentastellato. “Di Maio – afferma – si tolga dalla testa l’idea che sia il M5s a dettare l’agenda dei provvedimenti del governo e che il Pd si limiti solo a votarli. Sulla prescrizione ad esempio, è fondamentale garantire tempi certi e brevi per la durata dei processi”.
di Mino Tebaldi