venerdì 4 ottobre 2019
L’agonia di Alitalia pare senza fine. Ora la cordata tra Atlantia, Fs, Delta e Mef vive di tensioni e contrasti. È stata proprio Atlantia a smuovere le acque, attraverso una lettera inviata al ministero dello Sviluppo economico. Nella missiva sono espresse tutte le perplessità sul piano di rilancio della compagnia attualmente in discussione. Di più. Si arriva a ipotizzare anche un possibile ritiro dalla cordata in assenza di un intervento del governo per riequilibrare i ruoli tra i protagonisti in campo.
Naturalmente la mossa non è piaciuta a Palazzo Chigi. Tant’è vero che fonti governative non negano “irritazione comune nell’esecutivo”. Il vertice con il premier Giuseppe Conte e i ministri interessati, compreso il leader grillino Luigi Di Maio è sembrato una sorta di “gabinetto di guerra”. Per Conte, è “una situazione complicata, ma faremo il possibile. Alitalia è una questione, le concessioni autostradali un’altra, no a commistioni”.
Ma il viceministro pentastellato, Stefano Buffagni è netto: “Non sottostiamo ai ricatti di nessuno. Credo che bisogna lavorare per far funzionare le cose”.
Secondo quanto si apprende, Atlantia ha sempre partecipato ai tavoli di lavoro sul piano industriale per mettere a punto flotta, esuberi e rotte. Nonostante gli obiettivi di partenza non siano gli stessi di Delta, e nonostante il tira e molla sulla stessa quota della compagnia americana, indisponibile a salire dal 10 per cento oltre il tetto del 12 per cento, il confronto sembra essere andato sempre avanti nell’ambito di normali meccanismi di negoziazione. “L’operazione trasparenza”, come la definisce il gruppo, emersa nelle ultime ore appare, dunque, come un fulmine a ciel sereno, o quanto meno come un estremo tentativo di ottenere il massimo possibile entro la scadenza del 15 ottobre.
Per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, “la vicenda Alitalia non sia ulteriormente rinviata. C’è bisogno di avere un progetto industriale, è il momento della responsabilità da parte di tutti, compresa Atlantia”.
La Filt-Cgil chiede al ministero dello Sviluppo economico un “confronto urgente”. “La condizione economica dell’azienda e i fondi a disposizione in cassa – sottolinea in una nota il segretario nazionale della Filt-Cgil Fabrizio Cuscito – non ci permettono di perdere più un minuto e dopo quasi tre anni di commissariamento serve che il governo prenda in mano la regia dell’operazione e la finalizzi positivamente”.
L’Alitalia non può “andare avanti così”: ne è convinto Carlo Cottarelli. Per l’economista, “in Alitalia abbiamo messo dentro già 10 miliardi, ci sarà pure una soluzione che consenta agli aerei di continuare a volare gestiti dal settore privato senza che lo Stato debba continuare a metterci i soldi. Perché non può andare avanti così”.
di Duilio Vivanti