Forza Italia, l’attivismo delle correnti agita il partito

giovedì 26 settembre 2019


Le mini scissioni di Giovanni Toti a destra e di Matteo Renzi a sinistra hanno un unico obiettivo: drenare i voti di Forza Italia. Silvio Berlusconi e Antonio Tajani non nascondono il fastidio per l’attivismo che agita la vita del partito. La prima, forse la più corrente accreditata di qualche successo all’interno e fuori dall’universo forzista, è incarnata da Mara Carfagna.

La vicepresidente della Camera è reduce da una recente cena da lei organizzata con 50 anti-sovranisti azzurri. La Carfagna ha individuato da tempo i problemi del partito: la concorrenza al centro costituita dal partito di Renzi e il rischio che le destre italiane impediscano al centrodestra di vincere, consegnandolo all’irrilevanza per inseguire gli estremismi sovranisti. Inoltre, la necessità di un’opposizione parlamentare che punti a battere il ‘partito delle tasse’.

Seppure con toni diversi, le fa eco Anna Maria Bernini, la capogruppo forzista al Senato. “Il centrodestra – afferma – non può essere a trazione sovranista e noi siamo certamente l’elemento di moderazione. Per attrarre i 12 milioni di potenziali nostri elettori, come testimoniato anche dal sondaggio di Tecnè diffuso da Tajani a Viterbo, dobbiamo puntare sui contenuti”.

La capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini, filosalviniana, usa concetti diametralmente opposti. “Il nostro avversario – sostiene – è la sinistra nelle sue oramai variegate declinazioni, non è la Lega, non è Salvini, non è la Meloni, che pure non ci ha trattati benissimo in questi mesi. Sommessamente, ricordo che il centrodestra governa 11 regioni e 52 comuni capoluogo di provincia”. Per la Gelmini, “a questi amministratori che hanno di fronte nella maggior parte dei casi dai 4 ai 5 anni di consiliatura, non possiamo certo dire che il centrodestra è finito”.

Una quarta posizione all’interno di Forza Italia è rappresentata dall’ex dc Gianfranco Rotondi. “Salvini – asserisce – è leader di un soggetto politico nuovo che non è più il centrodestra. Il centrodestra è Berlusconi e potrà risorgere solo con la discesa in campo, candidatura e passaggio di testimone ad una nuova personalità che non può essere Salvini, in quanto gemello politico di Le Pen”.


di Mino Tebaldi