Salvini vara il piano per le Regionali

sabato 21 settembre 2019


Matteo Salvini è convinto di conquistare le “regioni rosse”. Il leader leghista si accinge a varare la campagna d’autunno e non rinuncia ad attaccare gli avversari di sempre, Matteo Renzi in testa. “Era debole prima, è debole adesso”, sostiene l’ex ministro dell’Interno.

Quanto alle alleanze, Salvini definisce “una vergogna” l’accordo Pd-M5s in Umbria. Ma, oltre che sulle Regionali ora vuole concentrarsi “bene su Roma e sulla manovra per cambiarla in Parlamento“, afferma. Tra le battaglie che dice di volere fare c’è quella per la Flat tax: “Ce lo chiedono i cittadini”. Ogni giorno al Governo “c’è il rischio che inventino una tassa demenziale in più; bastino, come esempio, quella sulle merendine o, ben più grave, quella sui prelievi in contanti”.

In ogni caso, oggi, per Salvini, non c’è un rischio secessione del nord, perché “la ricetta moderna, concreta, efficiente e valida per far crescere tutto il Paese si chiama autonomia”. Questo Governo “senza dignità né progetti comuni è nato da una settimana e già litigano e fanno scissioni; è un problema per tutti, da Nord a Sud”. I cittadini alle urne per le Regionali “hanno una doppia chance” per protestare. E, dopo Pontida, “il 19 ottobre confidiamo di essere ancora di più a Roma, mentre non si contano le singole iniziative di piazza”, da Aosta a Lecce.

Nella campagna elettorale “puntiamo molto sulla sanità, perché è l’80 per cento del bilancio di una regione”, ma anche su temi come la sicurezza e l’immigrazione perché nei primi 15 giorni del Governo Conte “siamo al +300 per cento di sbarchi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In Umbria la candidata della Lega sarà Donatella Tesei, e in Emilia Lucia Borgonzoni, che “non è solo la candidata della Lega, ci sono altre liste a suo sostegno. È di tutta la coalizione”.

Comunque, “ci sono nove regioni al voto, non pretendo nove leghisti. Siamo una squadra“ e si può costruire una visione del Paese che guardi “non ai prossimi mesi ma di qui a dieci, venti, trent’anni”.


di Manlio Fusani