Colpiscono Bianchi per fermare Renzi

venerdì 20 settembre 2019


Matteo Renzi crea un nuovo partito, soprattutto evidenzia l’impotenza politica del segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti. Immediata la reazione di quella componente della magistratura che ritiene l’atteggiamento di Renzi “non organico alla linea politica” (si sarebbe detto un tempo): viene indagato il presidente della Fondazione Open che ha finanziato la Leopolda di Renzi.

La Procura di Firenze accusa l’avvocato Alberto Bianchi, amico della famiglia Renzi come di Maria Elena Boschi, del reato di “traffico di influenze illecite”. Accusa fumosa e strumentale a legare le mani a Renzi e, soprattutto, ai renziani impegnati tra azioni di governo e nomine. Per dirla in soldoni, qualcuno del Pd potrebbe aver suggerito al magistrato amico d’azzoppare Renzi prima che l’intelligente politico fiorentino faccia proprie le importanti nomine ai vertici delle società pubbliche (tutte in scadenza ed in immediato rinnovo). Una botta della magistratura funzionale anche ad avvertire Renzi, in caso pensasse di far cadere il Governo dopo le nomine e, casomai, prima d’approvare le leggi care all’intesa giallorossa. Voci di corridoio dicono che su Firenze orbiterebbero magistrati giustizialisti di salde convinzioni pentastellate.

Alberto Bianchi è noto in Toscana come gentiluomo d’altri tempi, ex presidente della Fondazione Open, nata per sostenere le iniziative di Matteo Renzi (come la Leopolda). La Guardia di finanza ha eseguito una perquisizione nello studio legale di Bianchi, mostrando a telecamere e fotografi un trasloco verso la Procura di materiale informatico, cartoni di carte e diversi faldoni di documenti. Ma tanta scena per nulla, infatti non si sa cosa contengano le carte sequestrate. E, per dare a bere all’opinione pubblica che si tratti di roba seria, si sono limitati a dichiarare “massimo riserbo sulle indagini da parte degli inquirenti”.

Il legale di Bianchi, Nino D’Avirro, ha dichiarato che “l’avvocato Alberto Bianchi è indagato per un’ipotesi di reato fumosa qual è il traffico di influenze per prestazioni professionali a mio avviso perfettamente legittime”. D’Avirro ha anche detto che Bianchi “ha messo a disposizione degli inquirenti la documentazione richiesta nella convinzione di poter chiarire al più presto questa vicenda che – precisa il legale – lo sta profondamente amareggiando”.

L’avvocato Bianchi è stato anche legale dell’ex premier Renzi oltre che presidente di Open (fondazione erede del “Big bang” del 2012). Nel consiglio direttivo, oltre che Bianchi presidente, sedevano Maria Elena Boschi (segretario generale), Marco Carrai e Luca Lotti. È lecito sospettare che qualcuno intenda azzoppare il cammino di Matteo Renzi, forse le stesse menti che plaudirono alle misure cautelari a cui erano stati sottoposti i genitori del politico fiorentino. Non è certo un caso che l’indagine su Bianchi sia partita sotto Leopolda e, soprattutto, dopo che Dario Franceschini ha definito Renzi “un problema”. È partita la campagna mediatico-giudiziaria, ci tocca difendere Matteo dai professionisti del linciaggio, dal concerto a suon di manette che blocca l’Italia dal lontano 1992.


di Ruggiero Capone