Prodi attacca Renzi: “I partiti personali funzionano una volta sola”

venerdì 20 settembre 2019


Romano Prodi bacchetta il senatore di Rignano sull’Arno. Secondo il fondatore dell’Ulivo, la mini scissione di Matteo Renzi dal Pd era prevedibile ma “ugualmente inspiegabile nei tempi. I partiti personali funzionano la prima volta, ripeterli crea problemi: vale per tutti, dall’ex leader del Pd a Salvini”. Il Professore sostiene che la scelta di Renzi abbia “meno importanza di quella che le si attribuisce. Adesso il suo eventuale distacco dal governo sarebbe palese e quindi lo pagherebbe più di prima. Viviamo nella tragedia di un Paese che si frantuma nei personalismi”.

Prodi commenta sarcasticamente la nascita del partito renziano. “Italia viva – afferma tagliente – è un bellissimo nome. Un mio amico lo propose per uno yogurt forse per via dei fermenti vivi. Il problema è che lo yogurt ha una scadenza ravvicinata e questo per un partito può essere un problema”. Per il Pd, invece, c’è un futuro “se ritrova la sua anima: un’anima di sinistra, ma soprattutto un’anima riformista. E dovrebbe presentarsi con un solo punto all’ordine del giorno che è la condizione per tutto il resto: lotta spietata, organica e di lungo periodo all’evasione fiscale”.

Recuperandone anche solo la metà “risolveremmo tutti i problemi del Paese”, riflette l’ex premier ed ex presidente della Commissione europea. A parere di Prodi, questo governo “può vivere a lungo solo se affronta i problemi, se decide e fa capire al Paese che vuole cambiare davvero l’Italia”.

E se l’esecutivo comincia a governare, “non perde l’Emilia e vince anche in Lombardia”. E per quanto riguarda l’autonomia “si possono e si debbono valorizzare le azioni e le caratteristiche locali, ma ricordando sempre che l’Italia è una, e sottolineo una, Repubblica Indivisibile”. Mentre, rispetto alla riforma elettorale “sono per il maggioritario perché la legge elettorale deve avere l’obiettivo di dare un governo al Paese, non di fotografarlo”. Parlando poi di politica sociale europea, “i segnali ci sono. La crisi economica sembra insegnare qualcosa alla Germania – dice Prodi – Anche il seppur non ancora conclusivo dialogo fra Conte e Macron è un cambiamento e un elemento di speranza”.


di Manlio Fusani