mercoledì 4 settembre 2019
Sgomberiamo subito il campo da un possibile equivoco di base che potrebbe riguardare la corretta rappresentazione e il pieno rispetto della volontà popolare che, con il governo “Conte bis”, hanno trovato espressione negli Esecutivi che si sono succeduti dal 2018.
Ebbene, se quelle elezioni politiche hanno avuto un vincitore inequivocabile e se esso sia stato correttamente chiamato a inverare delle maggioranze sempre e comunque, allora va detto con chiarezza che il Movimento 5 Stelle è stato rispettato in piena regola. Perché né il Partito Democratico, né quella coalizione che, a corrente alternata, talvolta ha avversato “l’era renziana” prima e Gentiloni poi, possono affermare di aver ottenuto consensi tali da poter supportare un sogno. Punto. Perché il M5S vinse quelle elezioni alla grande, nonostante una legge elettorale confezionata su misura per non far prevalere alcuna “solitudine” politica monocolore. Questa forza maggioritaria aveva fatto proprio della altera, schifata, repulsione di “tutti gli altri” il primo, apolitico, elemento fondamentale della propria identità. Tanti italiani lo scelsero proprio per quello. Le dimentichiamo queste cose?
L’ottimo Presidente Sergio Mattarella, da buon custode di norme che pure aveva controfirmato, si è assai scapicollato per far sì che l’alterigia dei vincitori si potesse trasformare in propellente novativo per il ritorno a una Politica con la “P” maiuscola: che dovrebbe avere anche nel dialogo e nella collaborazione tra diversi il suo innesco vitale. Così, con grande abilità, egli riuscì, fior da fiore, a trarre quel “petalo” (di colore scuro) che pure era necessario per far decollare il primo governo Conte in una pirotecnica, fantasmagorica, legislatura.
Quel petalo, rigonfiato dai sondaggi che lo facevano lievitare in una estate rovente, gustato e assai apprezzato il gusto, talvolta demenziale, del potere, prese a volteggiare libero nel cielo per proprio conto: fino a distaccarsi del tutto da quella pianta che gli trasmetteva linfa vitale.
Incoscienza, presunzione, entusiasmo adolescenziale, calcolo fatto senza l’oste? Non ci è dato di saperlo, quello che è certo è che Mattarella ha fatto e sta facendo fino in fondo il suo dovere e oggi si potrà rimirare il suo capolavoro. Checché ne dicano i sondaggi il vincitore ha una identità: Sergio Mattarella.
di Sante Perticaro