venerdì 30 agosto 2019
Giuseppe Conte promette un “governo di novità”. Intanto, il premier incaricato che succede a sé stesso, è impegnato nelle consultazioni di rito. La delegazione della Lega era composta dal sottosegretario uscente al Lavoro Claudio Durigon, e dalla sottosegretaria uscente al ministero dei Beni culturali Lucia Borgonzoni. “La Lega – hanno detto – fa appello alla coscienza di deputati e senatori a non votare questo mercificio. Dunque, a far mancare i voti”. Nel frattempo, il Pd sostiene che i presidenti leghisti delle Commissioni non vogliono dimettersi. Durigon ha ribadito: “I presidenti non cambieranno”.
Stamattina, Conte ha ricevuto la delegazione di Fratelli d’Italia. Il capogruppo al Senato Luca Ciriani e il vice-capogruppo alla Camera Tommaso Foti hanno dichiarato che il partito condurrà “un’opposizione senza sconti, rispetto ad un’operazione politica che sotto il profilo politico ripugna”.
Conte ha incontrato anche la delegazione di Forza Italia guidata dal presidente Silvio Berlusconi. Presenti, oltre all’ex guida dell’Europarlamento Antonio Tajani, anche le due presidenti dei gruppi di Camera e Senato Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini. Secondo il Cavaliere, “dopo il fallimento del governo, siamo convinti che le maggioranze per essere garanzia di efficienza e stabilità si devono formare prima del voto da forze politiche omogenee e valoriali. Sarebbe stato assolutamente meglio ridare la parola agli italiani”.
Per Berlusconi, “il fatto che la Lega abbia proposto di risuscitare l’esperienza gialloverde rappresenta per noi un problema politico molto serio, su cui tutti gli elettori di centrodestra devono riflettere seriamente, perché così si è consegnato il Paese alla sinistra”. Il leader forzista ha aggiunto: “Faremo una opposizione ferma, coerente, senza sconti ma composta. La condurremo innanzitutto in Parlamento, ma saremo pronti a mobilitarci se aumenteranno l’oppressione giudiziaria o la pressione fiscale mettendo le mani nelle tasche degli italiani”.
Conte ora ha cinque giorni di tempo per formare il suo nuovo governo e sciogliere la riserva nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La vera sfida del premier è fare accettare ai dem la sua rivendicata “terzietà”. Conte lo ha spiegato al segretario del Pd Nicola Zingaretti: “Voglio ragionare con le due forze politiche e incidere sui nomi dei ministri. Voglio che la squadra risponda all’idea che ho di questo governo”. L’altro nodo, chiaramente, è rappresentato dal ridimensionato leader del M5s Luigi Di Maio. Ma quella è partita tutta interna all’universo grillino.
di Mino Tebaldi