mercoledì 28 agosto 2019
“Il capo politico del Movimento cinque stelle è Luigi Di Maio”. La dichiarazione lapalissiana porta la firma di Stefano Patuanelli, capogruppo M5s al Senato. Di Maio “deve essere assolutamente nel governo e avere un ruolo”. Le parole di Patuanelli sono il termometro della tensione che si vive all’interno dell’universo pentastellato. Il governo con il Pd può fare esplodere, definitivamente, il Movimento in due tronconi. L’area di sinistra da una parte, quella filo-leghista dall’altra.
Mentre il capogruppo grillino prova a puntellare la leadership traballante di Di Maio, scoppia un’altra grana nell’accidentato percorso che porta al nuovo governo rossogiallo: la consultazione degli iscritti su “Rosseau”. Per Patuanelli, “il M5s ha sempre dimostrato di voler coinvolgere gli iscritti attraverso la sua piattaforma. Anche quando si tratta di scelte che avvengono nelle istituzioni. Il percorso su quando farlo è stato condiviso con gli organi istituzionali compreso il presidente Conte”.
Patuanelli vuole non vuole essere equivocato. “C’è un presidente che accetta un incarico con riserva – afferma – la decisione finale ciascuno la prende a suo modo, ci sono partiti che decidono nelle loro segretarie, noi tramite centinaia di migliaia di persone”.
Nel frattempo si diffonde la voce, smentita dai vertici grillini, che i parlamentari pentastellati stiano protestando per la consultazione telematica in programma. “È una fake news – sottolinea Patuanelli – la notizia secondo cui ci sarebbe una rivolta degli eletti circa il voto su ‘Rosseau’. Chi ha scritto questa falsità sa bene che sta parlando dell’opinione di quattro o cinque persone. Ad ogni modo, nel rispetto della consueta grammatica istituzionale del voto è stato informato anche il presidente Conte che conviene su questa tempistica”.
Un fatto è certo. Il Pd ha giudicato il ricorso alla piattaforma uno “sgarbo istituzionale nei confronti del presidente della Repubblica”.
di Manlio Fusani