martedì 9 luglio 2019
Luca Zaia è preoccupato del destino dell’autonomia regionale. Il governatore del Veneto è stato intervistato dalla Stampa, dopo la fumata nera del vertice di Palazzo Chigi. “Il fatto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia avocato a sé il dossier – afferma il presidente della Regione – mi fa ben sperare che ora aspetta la bozza che produrrà il governo per valutarla con molta attenzione e disponibilità al confronto. Di certo, però, non firmerò mai un accordo al ribasso che farebbe portare a casa una finta autonomia”.
Sul testo della riforma, Zaia aggiunge: “Vediamo cosa alla fine ci proporranno e ci confronteremo. Mi auguro che la proposta non prenda una piega imbarazzante. I cittadini guardano e giudicano”. Il governatore fa un appello ai 5 stelle: “Approfittate, anzi approfittiamo dell’opportunità che la storia ci sta servendo su un piatto d’argento”.
Per la ministra per il Sud Barbara Lezzi, “la linea rossa invalicabile che abbiamo posto per l’accordo sulle autonomie riguarda il fondo di perequazione. Quest’ultimo deve essere alimentato da un eventuale surplus, che deve essere stabilito dalle regioni richiedenti l’autonomia”.
La Lezzi, intervistata da Radio anch’io, su Rai Radio Uno, commenta gli esiti del vertice sull’autonomia rafforzata per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che si è svolto ieri a Palazzo Chigi. In merito alla stesura dei testi per il passaggio in Parlamento, di cui manca ancora il placet del ministero, Lezzi ha aggiunto: nella riunione di ieri ci saremmo aspettati un testo scritto, che va di nuovo rivisto”.
Per la ministra, c’è “un altro elemento su cui non transigeremo. È l’istituzione dei livelli standard. Nel momento in cui si concedono autonomie a tre regioni e ce ne sono altre in procinto di richiederle, bisogna creare una sorta di sistema comune”.
Lezzi sostiene che sia “incostituzionale l’assunzione diretta dei docenti da parte delle Regioni. Bisogna dare diritti a tutti quegli insegnanti in situazioni di disagio in tutto il Paese”.
In ogni caso, la ministra afferma che “sull’autonomia differenziata, nonostante le riunioni già fatte, non c’è ancora nessun testo. Ma per noi cinque stelle i punti cui non rinunciamo riguardano la presenza del fondo di perequazione, l’introduzione dei fabbisogni standard e, quindi, i livelli essenziali di prestazione, con l’obiettivo di non creare cittadini di serie A e B”.
Per Mara Carfagna, la posizione di Forza Italia sull’autonomia regionale non cambia: “Noi siamo favorevoli all’autonomia ma a patto che vengano rispettate determinate condizioni”. La vicepresidente della Camera e coordinatrice del partito, in un’intervista al Mattino, sostiene che la riforma “dovrà essere necessariamente accompagnata da una garanzia immediata sul rispetto dei fabbisogni standard. Su sanità, asili nido, trasporti, infrastrutture e servizi non permetteremo che le Regioni del Sud siano penalizzate o lasciate indietro”.
Il modello di autonomia differenziata che immagina Forza Italia “non dovrà spaccare l’Italia allargando il gap tra Nord e Sud. In aggiunta il Mezzogiorno ha poi bisogno di misure di sviluppo per la crescita dell’economia e dell’occupazione”, continua Carfagna spiegando che per farlo bisognerà procedere con “azioni di fiscalità premiale per le imprese che assumono”.
Una proposta di legge di Fi prevede al riguardo “l’istituzione di una No tax area con l’abbattimento di Ires e Irap per chi investe nel Meridione. Dobbiamo restituire fiducia e slancio alle piccole e medie imprese che stanno soffrendo e che questo governo non ha aiutato”.
di Guglielmo Eckert