lunedì 10 giugno 2019
Il presidente dell’Anm Pasquale Grasso ieri sera ha annunciato le dimissioni da Magistratura Indipendente (MI), dopo la sfiducia delle correnti. Ora è ufficialmente aperta la crisi dentro l’Associazione nazionale magistrati. “A volte – ha scritto in una nota – arriva un momento in cui la casa natale ci sta stretta e si rischia di litigare inutilmente pur se tutti animati dal bene della famiglia. Si iniziano a vedere le cose in modo diverso. È nella natura delle cose umane”.
Ieri i componenti di Area, Unicost e Autonomia e Indipendenza avevano chiesto la “convocazione urgente” di una riunione che all’ordine del giorno aveva il rinnovo della giunta guidata da Grasso. La ragione è il documento approvato ieri dalla corrente del presidente dell’Anm, Magistratura Indipendente, che aveva invitato i consiglieri autosospesi per lo scandalo nomine a rientrare al Csm.
Stamattina, Grasso ha rilasciato un’intervista a Repubblica, in cui commenta la grave crisi della magistratura italiana. “Sono giorni – ha detto – che cerco di convincere il mio gruppo a non suicidarsi e a seguire una condotta realista. Mi pare di vedere dei ballerini che ballano sul ponte mentre il Titanic va verso l’iceberg. Il mio cruccio è di non essere riuscito a far passare un principio che dovrebbe essere condiviso da tutti”.
Grasso ribadisce che “Magistratura Indipendente sta sbagliando nella difesa fideistica dei suoi consiglieri. Mi dicono che generalmente al Csm l’interfaccia con i politici non è una novità, ma il punto qui è che Lotti non è solo un politico, ma un politico inquisito. La mia corrente ha torto perché soggetti che hanno interloquito con un imputato per trattare il destino della procura di Roma devono dimettersi”.
In merito al fatto che i centristi di Unicost e le toghe progressiste di Area abbiano sfiduciato la giunta, “chiedere il rinnovo della giunta adesso vuol dire approfittare di un momento di debolezza di MI”, dichiara Grasso.
di Mino Tebaldi