Nuove ombre sul ruolo dei magistrati

venerdì 10 maggio 2019


Le ultime battute di questa strana campagna elettorale, tutta incentrata sui colpi bassi che si menano gli “alleati” di un Governo che, giuocando (ma non è solo un giuoco) alla guerra tra di loro, “correggeranno” alcune previsioni sull’andazzo delle previsioni di voto, ma non faranno sì che si ritorni ad un minimo di coerenza e di compostezza sulla gestione del Governo.

Vedremo come vanno le cose. D’ora in poi concetti come quello di “alleanza” e simili serviranno solo per far ridere. Distrutto il sistema dei partiti, sostituiti a queste le  congreghe di “amici del bar dello sport”, introdotti grotteschi strumenti come il “contratto”, rotti anche sul piano personale quel tanto di rapporti di colleganza e di reciproca tolleranza essenziali anche nelle amministrazioni dei condomini degli edifici, al “vuoto” delle opposizioni si aggiungerà un altro “ruolo”, quello del Governo e della sua maggioranza.

Saranno d’accordo solo per scegliere sempre cazzate da fare che siano indiscutibilmente tali. Quello che dovrebbe essere lo sviluppo di rapporti politici sarà per i prossimi mesi un arruffato esplodere di potenza e prepotenza del potere della grande burocrazia, quella che ha fatto da babysitter a questi sciagurati, analfabeti ministri alla Danilo Toninelli.

E, non dimentichiamocelo. Una nuova strategia sta lasciando il suo segno, quella del Partito dei Magistrati. Tenderà ad espandersi e consolidarsi. Da tirapiedi del Cinquestellismo, dall’uso alternativo quello della distruzione del valore e della decenza della politica, le velleità dei procuratori inquieti ed arroganti cercherà di tornare a “far corpo” ed a ridurre questi sciagurati accattoni dell’antipolitica a loro tirapiedi e procacciatori di “affari”.

La crisi del ceto politico, dei partiti, delle Istituzioni democratiche, sta già intaccando, l’ho già scritto e ripetuto, il tessuto dell’Amministrazione dello Stato. Il “vuoto” dell’opposizione si dimostra ogni giorno più chiaramente voragine di tutto quanto attiene alla vita del Paese. E noi che facciamo?


di Mauro Mellini