Il senso unico di Salvini

martedì 7 maggio 2019


Un senso unico oramai, quello di Matteo Salvini, dopo le Europee al massimo entro l’estate, dovrà rompere coi grillini, per portare gli italiani a un nuovo voto, prima possibile. Del resto troppo avanti si è spinta la lotta nel Governo e nella maggioranza, troppo pesanti le accuse reciproche, troppo gravi le insolenze e le insinuazioni, per pensare di tirare avanti come se niente fosse.

Oltretutto si è aggiunto il problema Conte, visto che il Premier si è schierato coi grillini, rompendo gli indugi sulla collocazione di riferimento, del resto storicamente l’avvocato è sempre stato attento alle vicende del Pd e della sinistra. Perché sia chiaro, al di là delle dichiarazioni di facciata, il progetto vero del Partito Democratico, di Zingaretti, e dei grillini, è quello di arrivare ad una intesa, per una coalizione elettorale e di governo.

È un progetto al quale già si lavora agli alti livelli, che guarda anche a Conte come eventuale punto di sintesi, fra postcomunisti e mondo grillino. Del resto se non ci fosse stato Renzi a porre il veto, dopo il 4 marzo 2018, i figliocci del comico genovese, gli eredi di Togliatti, i cattocomunisti, l’accordo di governo l’avrebbero fatto eccome, colla benedizione del colle.

Insomma Salvini e Giorgetti, sanno bene che passate le Europee, finito l’apparente tutti contro tutti elettorale, grillini e sinistra torneranno a parlare in chiave antileghista, per una prospettiva alternativa. Ecco perché pensare di tirare avanti con questa alleanza, sarebbe solo una fantasia suicida che escludiamo Salvini possa preferire, rispetto alla chiusura di una esperienza che ha fatto danni e guai. Qui non si tratta solo dell’economia, della manovra da brividi per il 2020, si tratta di un accerchiamento contro la lega dopo il 26 maggio, che andrà da Zingaretti, ai grillini fino a Maurizio Landini, ai sindacati.

Parliamo di uno schema studiato a tavolino, che aspetta solo l’esito delle europee, per la linea di comando, se Nicola Zingaretti dovesse riportare il Pd sopra i grillini, allora il comandante sarà lui, altrimenti la carta Conte potrebbe essere interessante. È vero girano altri nomi, Fico, Di Battista, ma non sarà intorno a loro che si comporrà un fronte a sinistra pronto a schiantare la crescita leghista, lo schema guarda ad una armata stile Ulivo, che non potrà essere affidata a un “barricadero”, anzi il contrario. Per questo Giuseppe Conte è uscito allo scoperto schierandosi al fianco di Luigi Di Maio nel confronto con MAtteo Salvini, insomma che un Premier sostenga un vice contro l’altro, mica sarà per caso?

Sia come sia una cosa è chiara per il Leader della Lega, dovrà rompere la corda del governo prima che lo strangoli, oltretutto se il risultato confermasse il 30 e passa per cento dei sondaggi, aspettare sarebbe masochismo puro. Ecco perché l’estate sarà l’ultima chiamata per riunire il centrodestra, dalla lega a fratelli d’Italia a forza Italia, a chiunque volesse un progetto di destra liberale aperta, laica, democratica, repubblicana e presidenzialista. Non farlo sarebbe un suicidio, sarebbe dare il tempo alla sinistra di prepararsi a modo suo per vincere, e il modo lo sappiamo, sarebbe buttare a mare una vittoria certa, sarebbe un affronto agli italiani che in questi mesi hanno votato e fatto vincere il centrodestra unito.


di Alfredo Mosca