lunedì 29 aprile 2019
Chi pensa che potremo liberarci della vergogna di questo Governo e della catastrofe verso cui esso ci spinge perché i voti passeranno (e sono già passati) dai Cinquestelle ai Salviniani, è un giocondo deficiente.
Il sistema di lotte furibonde tra “alleati” (e contraenti) di quel documento di ignoranza e di totale mancanza del senso dello Stato che è il “contratto” finora ha funzionato benissimo come trappola acchiappa-stupidi: quello che premia con un aumento di voti un pezzo di Governo e relativo partito e personaggi per le cavolate che il Governo stesso compie, targate però come ascrivibili all’altra metà.
È troppo comodo. E sono troppo scemi quelli che credono che quella sia la porta per uscire dalla rovinosa tragedia in cui il nostro Paese si dibatte. Premiare una parte del Governo e della sua maggioranza per le baggianate che corre voce siano contrastate dall’altra metà è un’idiozia. E allora? Allora votare per chi non ha nulla a che fare con il Governo. Se mezza mela è marcia, si butta tutta, se ne mangia l’altra metà con il rischio di un mal di pancia per “non sprecare” quella che sembra salva dai vermi.
Votare per gli “altri”. Certo non è facile, specie se si ha buona memoria e si sa giudicare, quale sia l’origine della balordaggine dei “nuovi” manipolatori della pubblica opinione. Il populismo non è solo patrimonio (e responsabilità) dei due partiti di Governo (si fa per dire).
Il Partito Democratico ha cercato di precedere Beppe Grillo sulla strada di un populismo appena velato dai residuati delle ideologie della Sinistra sfasciata. Forza Italia ha fatto da alleato alla (falsa) opposizione del partito di Matteo Salvini al Governo fino a ieri (?).
Per non parlare (parce sepulto) di quelli che in passato hanno offerto a Grillo il loro appoggio ed il credito per fare assieme “cose grandi”.
Ma se è difficile esprimere un voto efficace e ben adatto a far fronte alle sciagure di questo momento politico, è tuttavia possibile trovare il modo di dare “un minimo di efficacia al voto”. A quello che mai come oggi è il dovere civico e morale del voto.
Abbiamo già detto. No assoluto ai sovranismi-sopranismi. Sì, non certo rassegnato ed inerte, all’Europa scartando ogni ambiguità, ogni equivoco ed ogni parassitismo. No ai due partiti di Governo, senza compromessi con le ambiguità e le truffe delle liste “strumentali”. Non dico altro. C’è ancora qualche settimana per meglio orientarci. Alla gogna ipocriti e mestieranti degli equivoci.
di Mauro Mellini