Il Capitano e la giustizia

venerdì 26 aprile 2019


E fu così che, leggendo gli organi informazione, apprendi che c’è un ministro di questo inverosimile governo nazionale che propone una cosa che (ai più) è sembrata ovvia da anni: “Anche i giudici che sbagliano devono pagare, come tutti gli altri lavoratori”. Caspita, un luminare! Purtroppo l’arguto concetto non è attribuibile al fittizio ministro Bonafede (che dovrebbe occuparsi di Giustizia e dintorni) bensì all’onnipresente Matteo Salvini che ben poco, in materia, ha fatto come segretario di un partito i cui parlamentari, diversi anni fa, ostentavano in Parlamento anche qualche cappio.

Oggi invece il capitano – quello per intendersi che si occupa di porti, trasporti, immigrazione, pensioni, riduzione delle accise sui carburanti (ci viene da sorridere...) – dice la sua anche in tema di giustizia e forse lo fa, ma ci rendiamo conto di essere un po’ maligni, proprio quando la magistratura si sta interessando dei presunti rapporti di un sottosegretario (suo fedelissimo) con soggetti “poco raccomandabili”. E, tra un’accusa e l’altra di sequestro di persona per l’incredibile gestione dei flussi migratori, il capitano dimostra di essere anche un po’ irriconoscente considerando la storia oramai a tutti nota del rimborso dei 49 milioni in comodissime rate. Come detto, in realtà una qualsivoglia forma di riforma della Giustizia, inclusa quindi la responsabilità dei giudici che sbagliano, dovrebbe essere di competenza del dicastero della Giustizia il cui ministro è, però, Alfonso Bonafede: e quel “però” dice tutto.

 

 

 


di Gianluca Perricone