martedì 9 aprile 2019
Giovanni Tria invoca prudenza e responsabilità. Il ministro dell’Economia, in un’intervista a Repubblica, vuole smentire le tensioni interne all’esecutivo gialloverde. Ma, soprattutto, pensa alla crescita. “In nessun altro Paese europeo – afferma – c’è un governo che gode del sostegno dell’elettorato e del Parlamento solido come in Italia. La maggioranza ha un grande capitale politico, e quindi una grande responsabilità, che deve mettere al servizio della crescita”.
Il titolare di Via XX Settembre sostiene che, “partecipando all’attività di governo, non si vive quello che si legge sui giornali. Nessuno mai, in Consiglio dei ministri, è venuto a dirmi le cose che leggo”. Quanto alle dimissioni, Tria precisa di “non averle mai pensate e mai minacciate. Il mio posto, fino a quando sono utile, è stare al governo”.
Rispetto alla Flat tax, Tria spiega che nel Def “si specificherà che si sta lavorando perché la legge di Bilancio accolga una continuazione della riforma fiscale nella direzione del programma di governo e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica fissati nello stesso Def che stiamo varando. Evidentemente si tratta di una manovra complessa che dovrà toccare sia il lato delle entrate sia il lato delle spese. Gli obiettivi di finanza pubblica fissati dal Def sono quelli entro cui si dovrà operare”.
Secondo il ministro, “il lubrificante non può essere la spesa pubblica, se non, in una certa misura, per gli investimenti. E non servono nemmeno risorse finanziarie ingenti, ma si deve invece puntare a riforme, a rivedere norme che non funzionano, per far ripartire l’economia. Il dibattito sul codice degli appalti è un esempio: devono ripartire gli investimenti. Ovviamente si deve contrastare la corruzione, ma non bloccando tutto”.
Intanto, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, intervenendo a Quarta Repubblica, in onda stasera alle 21.30 su Rete 4, propone la sua ricetta rispetto alla Flat tax. “La stiamo studiando – ribadisce – fino ai 50mila euro di reddito familiare, ci sono varie valutazioni che stiamo facendo. La flat tax, cioè la tassa piatta, tassa unica, uguale per tutti, uso il termine italiano, si capisce di più, significa semplificare. Se sei sotto una certa soglia paghi il 15 per cento di tasse, uguale per tutti”.
Secondo il leader leghista, va estesa “ora ai lavoratori dipendenti, dopo averla fatta per le partite iva. Ma è una cosa che si può fare per gradi. La Flat tax è un’idea rivoluzionaria ed è unica, piatta e uguale: non esiste che sia progressiva, altrimenti mi tengo il sistema fiscale attuale”.
Nel frattempo, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio prova a frenare gli entusiasmi leghisti. “Sarò io – sostiene – il garante del fatto che la Flat tax si deve fare, perché entrerà nel Def per quanto mi riguarda. L’unica cosa è che deve aiutare il ceto medio e non i ricchi, questo è l’obiettivo che ci poniamo perché l’abbassamento delle tasse non è un tema di destra o di sinistra ma sacrosanto su cui si fonda l’esistenza di questo governo”. Secondo il leader grillino, la Flat tax sarà presente nel Def, “con il coefficiente familiare come avevamo chiesto, affinché della riduzione non ne possa beneficiare chi è già ricco, ma le famiglie che ne hanno realmente bisogno, come chiediamo da giorni. In questo senso esprimiamo grande soddisfazione”.
di Mino Tebaldi