Reddito cittadinanza, la stretta sui “furbetti” del divorzio

mercoledì 20 febbraio 2019


Sul reddito di cittadinanza si cominciano a registrare delle storture. Persino delle furberie, rispetto ai rapporti di coppia. Per queste ragioni, la Commissione Lavoro in Senato ha approvato l’emendamento della Lega che si prefigge un obiettivo: evitare che il divorzio venga usato come escamotage per avere diritto al trattamento. Così, nel caso in cui la separazione sia avvenuta dopo il primo settembre 2018, gli ex coniugi che hanno fatto domanda saranno esclusi dal beneficio, senza appositi “verbali certificati dalla polizia locale sul cambio di residenza”. Gli ex coniugi dovranno dunque, per poter accedere al contributo, certificare di non risiedere più nella stessa casa con “un apposito verbale della Polizia municipale”.

Con tutta evidenza, gli ultimi emendamenti introdotti al Senato al decretone, provano, in qualche modo, a scoraggiare la corsa al reddito di cittadinanza. Pare che Lega e M5s abbiano trovato un accordo a conclusione di un incontro tra il premier Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il ministro Riccardo Fraccaro, i sottosegretari Laura Castelli, Claudio Durigon e Massimo Garavaglia. Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, nell’incontro si è deciso di escludere per cinque anni dal reddito i cittadini che rilasciano dichiarazioni mendaci per aver accesso al contributo. Peraltro, sono previsti servizi sociali da svolgere per chi ottiene il reddito. Si tratta di un accordo tra il Comune di residenza e il beneficiario del provvedimento.


di Redazione