mercoledì 6 febbraio 2019
A sole 24 ore dall’annuncio del sindaco Virginia Raggi sullo sblocco dei cantieri per il nuovo stadio della Roma, arriva dalla Procura la richiesta di processo per 15 persone finite nell’indagine su un presunto sistema corruttivo che gravitava intorno al progetto della struttura che dovrebbe sorgere a Tor di Valle.
Associazione a delinquere, finanziamento illecito e corruzione i reati contestati a seconda delle posizioni. I pubblici ministeri hanno inviato al gip la richiesta di processo per l’imprenditore Luca Parnasi ritenuto dagli inquirenti “il capo e organizzatore” della associazione a delinquere che ha cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell’ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio dello scorso anno. Un provvedimento che portò, tra l’altro, all’abbattimento del 50% delle cubature rispetto all’ipotesi iniziale. Con il costruttore rischiano di andare a processo, per i vari profili penali, i suoi stretti collaboratori della società Eurnova ma anche l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, Adriano Palozzi (Forza Italia), l’ex assessore regionale, Michele Civita (Pd) e il soprintendente ai beni culturali, Francesco Prosperetti.
Nella richiesta di rinvio a giudizio non compare il nome di Luca Alfredo Lanzalone, ex presidente di Acea, e altra figura-chiave nella maxinchiesta. Per l’avvocato genovese vicino agli M5S i pm, il 10 dicembre scorso, hanno chiesto ed ottenuto il giudizio immediato: si tratta del rito con cui si bypassa l’udienza preliminare. Con lui a processo anche il collega di studio, l’avvocato Luciano Costantini e Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, Istituto di previdenza dei dipendenti del Campidoglio. Nel procedimento resta aperto il filone che riguarda il finanziamento alla politica: i circa 400mila euro, che Parnasi, per sua stessa ammissione, ha garantito alle fondazioni vicine al Pd e Lega e le utilità in favore di un esponente capitolino degli M5S. Su questo fronte le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, andranno avanti nelle prossime settimane nel tentativo di trovare conferme a quanto fatto mettere a verbale da Parnasi in vari interrogatori. Nel filone principale al costruttore si contesta di essere stato a capo di un sodalizio che ha commesso “una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali”.
In questo ambito Parnasi aveva proprio in Lanzalone una referente di primo piano. Gli inquirenti hanno accertato che l’avvocato genovese ha svolto attività illecita non solo nel suo ruolo di consulente per gli M5s nella trattativa per il nuovo impianto sportivo ma anche da presidente di Acea. Per quanto riguarda la posizione di Prosperetti i pm scrivono nel capo di imputazione che ha “abusato della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale”.
Alla luce della richiesta di processo, il Mibac ha chiesto le carte alla Procura per verificare se ci sono gli estremi sia per la costituzione in giudizio sia per eventuali misure cautelative. Dal canto suo il soprintendente si dice “fiducioso” che verrà dimostrata la sua “totale estraneità”.
di Redazione