Manovra, Via libera solo il 29 dicembre

giovedì 27 dicembre 2018


Matteo Salvini spiega le ragioni di una manovra votata in extremis, il 29 dicembre. “Perché – sostiene il vicepremier – dopo anni c’è un governo che ha trattato con l’Europa e ha combattuto. In passato, le approvavano prima perché tagliavano e Bruxelles era contenta. Noi con questa manovra rimettiamo quasi 20 miliardi di euro nelle tasche degli italiani”.  Serviranno ancora due giorni. Dopodiché i giochi saranno chiusi a Montecitorio. Poi, la consegna del testo alla firma di Sergio Mattarella e la pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale”. Appena in tempo per scongiurare l’esercizio provvisorio.

In ogni caso, restano numerose incognite. Ma, ovviamente, due s’impongono sulle altre e riguardano i provvedimenti-cardine del governo gialloverde: il reddito di cittadinanza voluto dai pentastellati e la riforma della legge Fornero (con il varo di “quota 100”) promossa dai leghisti. In realtà, i testi saranno varati a gennaio inoltrato, grazie a due decreti ad hoc. Ma il deficit a 2,04, concordato con l’Unione europea, rischia di depotenziare le due misure. La riforma della Fornero dovrebbe partire in primavera. Quanto al reddito di cittadinanza, soltanto la lettura dei testi darà contezza dei dettagli.

Frattanto, secondo fonti vicine al Quirinale, il presidente della Repubblica sarebbe estremamente infastidito per il passaggio del maxi-emendamento al Senato. In sostanza, il capo dello Stato non ha potuto leggere il testo prima di approvarlo. Ma un rifiuto della firma e un rinvio alle Camere del maxi-emendamento sembra da escludere. Si profila un’ipotesi alternativa. La firma di Mattarella potrebbe essere accompagnata da una lettera di richiamo al governo gialloverde. Per evitare che in futuro venga nuovamente ignorato l’articolo 72 della Costituzione che riguarda l’iter parlamentare della manovra. Nel frattempo, l’opposizione denuncia proprio il percorso “inusuale” della manovra. “Oggi – afferma in una nota Matteo Richetti, del Pd – con i senatori del mio gruppo firmiamo e depositiamo il ricorso alla Consulta contro una legge di Bilancio approvata fuori dall’ordinario percorso parlamentare, senza che Commissioni (a partire da quella sul Bilancio) e Aula abbiano potuto anche solo toccare il testo. Un fatto grave, nella forma e nella sostanza. Una legge che dimentica i giovani, punisce i pensionati, abbandona le imprese. E aumenta le tasse per il volontariato e chi fa del bene. A favore di condoni e di chi prova a raggirare il prossimo”.


di Redazione