martedì 11 dicembre 2018
Fino ad ora il risultato è quello della filastrocca dei bambini: giro, giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra.
È difficile infatti, anche per noi che ci lavoriamo dentro, stare dietro ai continui e ridicoli zig-zag sulla manovra, figuriamoci per la gente comune che rischia sulla pelle. Certo una finanziaria sceneggiata come questa non s’era mai vista; più che una manovra sembra un romanzo d’appendice, una fiction a puntate, si supera l’insuperabile. L’unica concretezza, per adesso, è stata il peggio, lo spread, il rallentamento ulteriore dell’economia, la tagliola pronta della Ue e, ciliegina sulla torta, l’antagonismo delle piazze.
Perché sia chiaro, il contrasto nel Governo si riverbera nelle strade, Sì Tav, No Tav, sì Global Compact, No Global Compact, favorevoli e contrari all’ecotassa, alla idiozia della fattura elettronica; insomma, la piazza grillina contro quella leghista. Potrebbe essere una pagliacciata se non fosse che i pagliacci, grazie a Dio, servono a sorridere, invitano all’ilarità. Qui invece siamo alla paura, alla precarietà. Del resto cosa dire della manovra in bianco, alla Camera si è deliberata una pagina vuota, di cui nulla si sa, tranne che sia figlia dei capricci, della sfida fra contrari, della scriteriatezza elettorale di politiche diverse.
Per farla breve, finiremo sotto procedura, getteremo sfiducia sui mercati, paura per gli investitori, danni per i cittadini, insomma giro, giro tondo, tutti giù per terra, roba da non credere. L’Italia certo non merita tanto, per carità il voto è il voto e va rispettato, ma il 4 marzo a dirla tutta è stato il centrodestra il movimento maggiore, quello più forte. Ecco perché insistiamo sulla gravità dell’errore, di non aver offerto, come chiedeva Giorgia Meloni, una chance al centrodestra di cercare l’appoggio in Parlamento; un appoggio che sicuramente ci sarebbe stato. Ed è qui che casca l’asino, perché la nascita di un Governo di centrodestra con l’appoggio esterno di qualcuno avrebbe sbriciolato il Pd; qualche cattocomunista non gradiva, ai posteri l’ardua sentenza. Bene anzi male, per non sbriciolare il Pd si è lasciato che il Paese finisse ad una sinistra ancora peggiore, quella grillina, forcaiola, manettara, statalista. Matteo Salvini purtroppo è stato il tramite, ha abboccato, il resto purtroppo lo vediamo. Ecco perché diciamo che si corre il rischio di finire tutti a terra, dove c’è sinistra non c’è cambiamento, non c’è rinnovamento, non c’è sviluppo per nessuno, c’è solo smania di potere e ipocrisia.
Resta la convinzione che non possa durare, andare lontano, questione di tempo, si spaccheranno nel Governo come nelle piazze. Certo si doveva evitare, perché il rischio è che nel mentre si spacchi il Paese e si spacchi male.
di Alfredo Mosca