lunedì 10 dicembre 2018
Tra tutte le baggianate di cui il Movimento Cinquestelle si nutre, del rigurgito di Medioevo (con tutto il rispetto di quanto il Medioevo ha dato tuttavia all’arte ed alla letteratura) c’è quello che del populismo becero può considerarsi l’emblema: il “No Tav”. No alla ferrovia e sì agli ospedali, alle scuole, alle giostre ed alle feste patronali.
No alle infrastrutture. No alla mobilità con l’aldilà delle Alpi. Torniamo alle diligenze. No alla modernità. Ecco il “nuovo” che chi rifiuta secoli di storia, vede nel progresso e nella razionalità il diavolo. Una società del terzo millennio affidata alle infrastrutture di Toninelli. No alle infrastrutture, no al bilancio secondo le regole.
Sì al lecca lecca di cittadinanza. Evviva il regresso. Sentendo la cronaca della strage dei ragazzini di Corinaldo mi viene il brivido di qualcosa di analogo che si prepara nella nostra società. Regole ignorate e stracciate. Catastrofe. E gli imbecilli di turno che spruzzano peperoncino. No Tav. No alla ragione. Ma chi si sta caricando di più grave responsabilità, chi più di tutti è omicida è chi alza le spalle, è chi sentenzia che non vale la pena preoccuparsi se le cose vanno così.
di Mau. Mel.