Forza Italia: pochi dentro, molti fuori, perché?

lunedì 3 dicembre 2018


Stiamo assistendo ad una vera e propria “emorragia” di voti e di persone da Forza Italia, una perdita considerevole soprattutto in ragione del fatto che ogni singolo individuo è importante.

È sicuramente semplice indicare l’uscita dal partito per ragioni di interesse o di comodo ma in realtà occorre approfondirne le reali motivazioni che sfociano in distacchi sempre più frequenti.

È palpabile il malessere generale e la forte percezione di diffidenza e disistima si coglie dal quotidiano contatto con i territori: il partito è paragonato ormai a una “centrifuga” che allontana velocemente le persone e da cui il cittadino prende sempre più le distanze. Inclusione e coinvolgimento risultano parole ridondanti; la realtà è ben diversa: esclusione e restringimento sono oggettivamente i giusti vocaboli.

Si assiste a una sorta di “battaglia fratricida”, ostilità all’interno del partito tra persone che dovrebbero avere e condividere i medesimi principi e gli stessi ideali. Fredda opposizione nel proprio partito non è certo stimolo positivo ma, anzi, contribuisce a far “volgere lo sguardo altrove”.

Purtroppo il presidente Silvio Berlusconi, non essendo a conoscenza delle realtà che stanno vivendo i territori non può porre rimedio ed il partito è destinato a diventare ingiustamente marginale.

Il futuro non si prospetta roseo e neppure costellato di successi; l’allontanamento di un tesserato, di un simpatizzante, di un consigliere, di un assessore, di un sindaco o di un parlamentare, devono far riflettere: si perdono le qualità e le capacità che ogni singolo offre e ogni volta una fetta di elettorato che ruota attorno a questa persona prende le distanze e se ne va.


di Fabio Callori