lunedì 22 ottobre 2018
Cade anche il Trentino. Per la prima volta in 73 anni. Le province autonome di Trento e Bolzano hanno votato per rinnovare i loro consigli provinciali e, nel caso di Trento, per scegliere il nuovo presidente della provincia. Secondo i primi risultati, seppure parziali, il sottosegretario alla Salute leghista Maurizio Fugatti, sostenuto da altre otto liste moderate, supera la soglia del 40 per cento dei voti, lasciando l’ex senatore del Pd Giorgio Tonini, sostenuto dal centrosinistra, sotto il 30 per cento. A questo punto, l’intero Nordest italiano sarà governato dal Carroccio. Ugo Rossi, autonomista del Patt, presidente uscente, sostenuto nel 2013 dal Pd, al momento, si attesta attorno al 10 per cento. Ma, la sorpresa è il calo dei Cinque stelle rispetto al 4 marzo. Il candidato pentastellato Filippo Degasperi è sotto il 10 per cento. Eppure, il M5s alle Politiche ha superato il 19 per cento.
La Lega nel 2013 era al 6,2 per cento. Ora ha quadruplicato i consensi. Di più. Dovrebbe ottenere il premio di maggioranza, che garantisce tra i 21 e i 23 consiglieri provinciali, oltre al presidente eletto, sui 35 seggi totali. Per il vicepremier Matteo Salvini, che si è impegnato molto nella campagna elettorale in Trentino Alto Adige, si registra un successo senza precedenti. Il Pd, che nel 2013 era al 22 per cento ora scende al 15. In Alto Adige la Lega è ora il terzo partito, il primo degli italiani, e ha ottenuto 4 consiglieri provinciali. La Svp, scesa al minimo storico di 15 seggi, è in grave crisi. Ormai sembra inevitabile un accordo complessivo Svp-Lega in Alto Adige e in Regione.
di Redazione