martedì 7 agosto 2018
Caro ministro, comprendiamo le sue ansie, non tanto e non solo per i conti in quanto tali, ma per la spada di Damocle che il Paese s’è fatto mettere sulla testa. Perché sia chiaro, il nostro male non è stato quello esclusivamente di sperperare, dissipare e bruciare i soldi pubblici, ma di aver accettato supinamente ogni diktat dell’Unione europea.
Per farla breve, se a partire dai cambi lira-euro avessimo alzato la voce, così come sui vincoli di Maastricht, ben altra storia sarebbe stata la nostra. Del resto solo la cultura cattocomunista, che è ipocrita per definizione, poteva ficcarci dentro un guaio simile. Era infatti chiaro che la Banca centrale europea non avrebbe funzionato come la Fed, che i patti fossero tagliati apposta per la Germania, e che l’asse franco-tedesco se ne sarebbe buggerato di noi.
Così come erano chiare sin dall’inizio le mire sull’Italia e sulla volontà di sottometterla, politicamente ed economicamente sino a ridurla suddita. Eppure il centrosinistra ha fatto finta, ha firmato senza discutere e, peggio ancora, ha rivenduto l’ingresso nell’Euro come fosse un successo planetario. Falso, non era così e ben altri parametri avremmo dovuto concordare. Bene caro ministro, al netto della storia che purtroppo non si cambia oggi noi la esortiamo ad avere coraggio.
Coraggio e polso con la Ue, coraggio specialmente con le lobby nostrane, che tirano al mulino personale e meno che mai a quello di tutti. Sull’Iva ad esempio, non si faccia suggestionare, aumentarla di un po’ solo sul lusso non è un male, anzi servirebbe a smetterla con la tagliola della salvaguardia. La stessa cosa vale sulla flessibilità a favore degli investimenti per crescita e sviluppo, batta i pugni in Europa, perché Francia e Germania hanno sempre usato e abusato a piacimento le interpretazioni delle regole e dei vincoli. Certo, lei dirà, ci sono i mercati e c’è lo spread, ma c’è anche che a tirare per il collo l’Italia fino a strozzarla. Non conviene proprio a nessuno, perché in fondo per la Ue siamo la gallina dalle uova d’oro.
Innescare davvero una crisi sul nostro debito sovrano sarebbe un masochismo che i mercati, come la Ue, non penserebbero mai di far scattare sul serio; insomma, minacciano di tenerci a cuccia, ecco perché serve coraggio. Ministro dia retta, sviluppi il suo contratto per davvero e lasci stare i “contentini”, perché agli italiani i contentini sul fisco, sulla “Fornero”, sulla burocrazia e quant’altro non servono. Ci provi ministro, ci provi adesso, abbia coraggio e si faccia sentire, stia tranquillo le staremo accanto!
di Alfredo Mosca