lunedì 6 agosto 2018
È scontro nel governo gialloverde sulle grandi opere. “Ci sono fior di tecnici e di docenti che stanno valutando il rapporto costi-benefici delle grandi opere pubbliche in via di realizzazione. Dai nostri dati, sembra che i benefici superino i costi nel caso delle pedemontane, del Terzo Valico e del Tap, che ridurrebbe del 10% il costo dell’energia per tutti gli italiani”.
Lo ha detto Matteo Salvini rispondendo a distanza ad Alessandro Di Battista che aveva definito Tap e Tav opere inutili. Quanto alla Tav, per Salvini il discorso è più lungo. “Bisogna calcolare fino all’ultimo centesimo - dice in un’intervista a La Stampa -. Aspetto i risultati degli studi. In linea di massima, culturalmente sono più per fare che per disfare. Se non fare la Tav ci costasse due, tre o quattro miliardi, è chiaro che andrebbe fatta”.
Il vice premier Luigi Di Maio si dice estremamente fiducioso che Lega e M5s troveranno un’intesa sulle grandi opere. Parlando ad Agorà, Di Maio ha sottolineato come “io e Salvini ci capiamo al volo e la Lega è sempre stata leale”. Il governo a suo dire è coeso.
Il vice premier ha poi ribadito come “il M5s non ha un pregiudizio sulle grandi opere ma va ricordato che si tratta di spendere 10 miliardi per andare da Torino a Lione in un paese in cui spesso i cittadini non hanno autobus, strade e metro nelle periferie”.
Si rivolge a Salvini anche il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, che in merito alla Tap afferma: “Caro Matteo Salvini, in Italia servono le infrastrutture e in particolar modo ne hanno estremo bisogno il sud e le aree interne del centronord. È la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro al sud di 300mila unità durante gli anni della crisi. Strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche, anti-dissesto idrogeologico, energia pulita. Questi sono gli investimenti che l’Italia aspetta”.
di Redazione