Camera, “disco verde” al “Decreto dignità”

venerdì 3 agosto 2018


Il primo atto del governo gialloverde è stato approvato alle 23 di ieri. Il “Decreto dignità” ha ottenuto il via libera della Camera dei deputati, con un ampio margine: i sì sono stati 312, i no 190, un solo astenuto. Si tratta di un esito scontato. Ma, tenuto conto delle assenze, e facendo un confronto con la fiducia al governo di due mesi fa, la differenza è evidente. Allora i favorevoli sono stati 350, i contrari 236, gli astenuti 35. Ora il testo passa al vaglio del Senato. Seguendo la tabella di marcia, l’approvazione definitiva dovrebbe avvenire entro venerdì 10 agosto, ultimo giorno utile prima delle vacanze estive. I tempi sono molto stretti. Questo vuol dire che difficilmente si apporteranno delle modifiche. Eppure, nell’ultima seduta, in cambio del ritiro di numerosi emendamenti, sono stati approvati alcuni ritocchi proposti dalle opposizioni. L’obiettivo è evidente: chiudere la discussione in tempi brevi, a favore di telecamera, per la diretta tivù sul voto finale. Ma oltre a contestare i contenuti del testo, Pd e Forza Italia hanno lanciato al governo accuse di “fiducia mascherata”. Sostengono sia stato aggirato il ruolo del Parlamento.

Fra le novità introdotte all’ultima ora, si registra l’obbligo dell’avvertenza per le slot machine e i Gratta e vinci: “Nuoce gravemente alla salute”. Inoltre, è stato introdotto l’aumento delle sanzioni, in caso di violazione del divieto di pubblicità per giochi e scommesse. E, ancora: lo stop al recupero dell’ammortamento per quelle imprese che usano in maniera temporanea all’estero i beni acquistati grazie all’incentivo. Un aspetto che il governo ritiene indispensabile è la novità che consente lo sconto sui contributi per chi assume un lavoratore con meno di 35 anni. Si tratta di uno sgravio fiscale che sarà prorogato per le aziende, ma verrà esteso alle famiglie che siglano un contratto con le collaboratrici domestiche, le badanti e le baby sitter. In ogni caso, il tema del lavoro domestico sarà normato ad hoc, attraverso un provvedimento successivo.


di Mino Tebaldi