Fontana invoca l’abolizione della legge Mancino

venerdì 3 agosto 2018


Lorenzo Fontana è convinto. Il ministro per la Famiglia vuole abolire la legge Mancino. L’esponente leghista, noto per le sue simpatie di estrema destra, ha scritto un post su Facebook in cui, in maniera esplicita, invoca l’abolizione di quella norma che dal 1993 sanziona le discriminazioni razziali, etniche, nazionali e religiose. Per Fontana, il razzismo è “diventato l’arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi  per puntare il dito contro il popolo italiano”. Ecco la proposta del ministro: “Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano”. Fontana, a sostegno delle sue idee, cita il caso dell’aggressione a Daisy Osakue, la 19enne atleta italiana di origini nigeriane a cui era stato lanciato un uovo in faccia la scorsa domenica. Secondo i giornali, la polizia ha escluso le motivazioni razziali per l’aggressione, per la quale sono stati fermati tre sospetti. Eppure, altri media sostengono che uno di loro sia il figlio di un politico locale del Pd. Ma la polizia non ha ancora confermato dettagli sulla sua identità. Fontana, che in questi due mesi di governo aveva fatto parlare di sé perché aveva detto che le famiglie gay “non esistono”, ha scritto che l’accusa di razzismo sarebbe usata per “far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l’intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico”, definendolo una “sottile e pericolosa arma ideologica studiata per orientare le opinioni”. Secondo Fontana, “se c’è quindi un razzismo, oggi, è in primis quello utilizzato dal circuito mainstream contro gli italiani”.

Le repliche alla sortita di Fontana sono immediate. E arrivano, chiaramente, dalla sinistra. Per il segretario del Pd Maurizio Martina non bisogna “abrogare la legge Mancino. Da abrogare è il ministro Fontana. E con lui il governo dell’odio, sempre più pericoloso per gli italiani”. Secondo il capogruppo dei senatori Pd, Andrea Marcucci, l’esecutivo “è un governo sempre più nero. Il ministro della Famiglia Fontana ora propone di abolire la legge Mancino che vieta l’apologia di fascismo. La cosa grave è che non si tratta di un colpo di sole di un ministro un po’ strambo”. Per Nicola Fratoianni, di Liberi e uguali, “il ministro Fontana, almeno non è ipocrita: riconosce con le proprie parole strampalate contro le norme della legge Mancino di essere un razzista e un fascista. Tutto qui”. Roberto Speranza di Leu chiede, addirittura, le dimissioni di Fontana: “Inaccettabili – sostiene – le parole del ministro sull’abolizione della legge Mancino. L’Italia è una repubblica democratica antifascista e antirazzista. Chi non lo ricorda non è degno di fare il ministro”. Ma una reazione arriva anche dalla comunità ebraica romana, che si schiera a difesa della legge Mancino. Secondo la presidente Ruth Dureghello, “si tratta di uno strumento necessario per combattere i rigurgiti di fascismo e antisemitismo. Se si accetta l’incarico di ministro della Repubblica di questo Paese lo si deve fare coscienti della storia e della responsabilità, evitando boutade e provocazioni stupide. Soprattutto a ottant’anni anni dalle leggi razziali sarebbe bene comprendere come combattere le discriminazioni, invece che strizzare continuamente l’occhio ai neofascismi”.

 

 


di Lia Faldini