Vincitori e vinti

venerdì 3 agosto 2018


Troppi errori caro Silvio Berlusconi, a forza di tirare la corda non poteva che andare a finire così. Qui non si tratta solo di Matteo Salvini, che pure fa il suo gioco com’è giusto che sia, si tratta di sbagli grossi e reiterati. Sbagliato dare ascolto a Giorgio Napolitano, sbagliatissimo lasciare il passo a Mario Monti e sostenerlo, grave accordarsi con Matteo Renzi, pensando che il Partito Democratico gli avrebbe obbedito. Nel Pd, caro Silvio, c’è gente che appena sente parlare di Arcore si infuria, figuriamoci dunque se poteva mandarla liscia a Renzi e al Nazareno. Come se non bastasse, l’accordo col Matteo toscano non è piaciuto quasi a nessuno del popolo forzista; insomma, il patto con Renzi è stato una catastrofe da una parte e dall’altra.

Oggi, caro Cavaliere, stare al centro non ha senso, non serve per definizione, perché il centro in quanto tale appartiene a tutti, insomma si confonde e consente di stare di qua o di là a piacimento. Ecco perché alla fine sono entrati in crisi il centrosinistra e il centrodestra, perché con la scusa della moderazione i voltagabbana sono andati a nozze. Del resto se così non fosse il fenomeno dei transfughi non si spiegherebbe.

Caro Presidente, il centrodestra a dirla tutta è finito da un bel po’, si è tenuto insieme per la forma, ma già ai tempi della sciagurata esperienza Monti si era capito quale fosse l’aria. Del resto i sondaggi prima e i risultati dopo lo hanno confermato, e non sarà stato un caso che Forza Italia abbia perso dai momenti migliori più della metà degli elettori. Alla gente oggi più di sempre piace la scelta di campo, di qua o di là e non si capisce, caro Cavaliere, come sia stato possibile farsi scippare proprio l’invenzione che ha trascinato Forza Italia dall’inizio fino al 2011.

Certo adesso è tutto complicato e Salvini tira a mille, ma anche per Forza Italia nel 2001 la gente si sarebbe gettata nel fuoco. Che grande occasione di cambiare il Paese gettata alle ortiche! Oggi gli italiani vogliono da una parte una sinistra democratica che non abbia nulla a che fare con Togliatti e i suoi figliocci, dall’altra una destra liberale repubblicana, laica e attenta ai bisogni dei più deboli e ai diritti del Paese. Insomma, un bipolarismo maturo e chiaro, tanto è vero che anche i Cinque Stelle prima o poi si spaccheranno e divideranno chi con Salvini e chi con Grillo o Casaleggio; i pentastellati così non durano e lo sanno bene, apposta litigano fra di loro. Il cattocomunismo che ha scritto la carta è a fine corsa per fortuna, certo vende cara la pelle, anche perché ha pervaso il Paese, ma la gente abbocca sempre meno agli inciuci e alle ipocrisie. Non è il populismo che vince è il cattocomunismo che perde, questa è l’Italia oggi per fortuna.

Ecco perché, caro Cavaliere, servirebbe un colpo d’ala per smontare tutto di Forza Italia, per ricollocarla dentro una destra liberaldemocratica, moderna e affidabile, con gente nuova, capace e attenta alle necessità dei cittadini, dal nord al sud. Creda Presidente, il problema non è rincorrere Salvini, ma semplicemente di riempire spazi, perché i partiti nascono e muoiono, ma i vuoti da colmare per rappresentare la volontà politica della gente ci saranno sempre, basta intuirli e rappresentarli.


di Alfredo Mosca