Rai: Foa presidente, Salini è l’Ad

venerdì 27 luglio 2018


Alla fine, l’accordo sui vertici della Rai, è stato siglato. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha indicato al governo Fabrizio Salini come amministratore delegato e Marcello Foa come consigliere d’amministrazione. Sarà il giornalista e scrittore, come conferma il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, il nuovo presidente dell’azienda di Stato. In mattinata, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a Radio24, smentisce ogni sua ingerenza sulle nomine Rai. “Sono tutte balle – chiosa Salvini – stiamo scegliendo le persone migliori. C’è una società di cacciatori di teste che ha valutato e certificato. Faremo di tutto per valorizzare le risorse interne senza andare a prendere qualche Messia altrove. Siamo arrivati alla fine, stiamo scegliendo le figure migliori”. Di Maio è raggiante. “Oggi – sostiene – diamo il via a una rivoluzione culturale per liberarci dei parassiti e dei raccomandati”.

Così, il quadro è completo. Il Consiglio d’amministrazione della Rai ora è composto da Salini, Foa e dai quattro consiglieri eletti dal Parlamento: Igor De Biasio, indicato dalla Lega; Rita Borioni, dal Pd; Beatrice Coletti, in quota Cinque stelle; Gianpaolo Rossi, designato da Forza Italia. Il settimo consigliere è stato, per la prima volta, votato dai dipendenti dell’azienda. Si tratta del 43enne Riccardo Laganà, tecnico di produzione, fondatore di IndigneRai. Frattanto, si registra la dura reazione alle nomine da parte del dem Michele Anzaldi. “Nessuna nomina di garanzia – attacca – Salvini e Di Maio vanno contro la legge e militarizzano la Rai con una spartizione senza precedenti. Tria e Conte non pervenuti. Il Pd voterà contro e farà battaglia dura con tutti i mezzi disponibili per difendere l’indipendenza dell’informazione”. Secondo Anzaldi, “Foa è un fedelissimo di Salvini. Mentre Salini è stato l’ad de La7 nel momento in cui la tivù di Cairo si è trasformata in un lungo talk show filo-M5s contro Renzi e il Pd. Vogliono asservire il servizio pubblico alla loro lottizzazione selvaggia”.

 


di Guglielmo Eckert