martedì 26 giugno 2018
Il no è arrivato a notte fonda, dopo ore di discussioni, a tratti anche accese, veti incrociati e minacce reciproche. Cresce, tra i pentastellati che amministrano Torino, la fronda di chi non rivuole le Olimpiadi sotto la Mole. Solo la dura presa di posizione della sindaca Chiara Appendino, che ha minacciato le dimissioni, ha evitato di far saltare l’incontro a Palazzo Chigi con Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport.
“È andato bene”, il commento laconico della prima cittadina, che domani incontrerà di nuovo la sua maggioranza. Sul tavolo anche la “opzione zero”, quella di rinunciare alla candidatura, con Milano e Cortina che sperano di sbarazzarsi di una rivale. Alla finestra il Coni, più che mai attento ad evitare altri passi falsi dopo i no di Mario Monti a Roma 2020 e di Virginia Raggi a Roma 2024.
Il caos regna sovrano e rischia di trasformare le Olimpiadi, successo e rilancio nel 2006 proprio per Torino, in una occasione persa per l’amministrazione Cinque Stelle che, a due anni dal voto, sembra avere smarrito lo slancio con cui vinse le elezioni in una storica roccaforte rossa. A nulla sono servite le rassicurazioni della prima cittadina, accompagnata a Roma da Alberto Sasso, l’architetto che sta curando il dossier olimpico. La sindaca da settimane parla di Giochi green, sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico, temi tanto cari ai Cinque Stelle. Eppure sono appena tre i consiglieri che si sono espressi a favore della candidatura torinese, quattro con il pentastellato richiamato in fretta e furia nel cuore della notte per tentare di riequilibrare un vertice altrimenti schierato apertamente contro le intenzioni a cinque cerchi della Appendino.
E se a livello nazionale il ministro Danilo Toninelli si dice pronto a sostenere la proposta di Torino, la base pentastellata, stizzita dagli ultimatum della sua sindaca, intende chiedere conforto niente meno che a Di Maio. E intanto ha ottenuto che d’ora in poi ci sia una riunione di maggioranza dopo ogni giunta. A poche ore dal redde rationem arriva il fuoco di fila delle opposizioni, con il Pd che invita Appendino a confrontarsi sul tema alla prossima festa dell’Unità e Forza Italia che le chiede di sfidare in Aula il Movimento 5 Stelle a votare contro per cercare una nuova maggioranza alla Pizzarotti. All’orizzonte avanza la candidatura di Milano, secondo indiscrezioni favorita anche dal Coni, che vedrebbe bene un tandem con Torino invece osteggiato dalla Appendino.
“Mai si deve ottenere un successo da un litigio altrui. Però se loro non sono decisi, noi lo siamo. Questa è l’unica cosa sicura: siamo assolutamente decisi, il sindaco Beppe Sala e io, perché riteniamo che le Olimpiadi siano un evento importante”, sostiene il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Qualunque sarà la scelta finale, resta la sensazione che i litigi non facciano bene al sistema Italia. “La candidatura è Italiana non regionale! Sia essa Torino, Milano o Cortina”, osserva Marco Marin, deputato di Forza Italia e campione olimpico. E le parole, oltre a far saltare l’amministrazione di Torino, rischiano di indebolire qualsiasi candidatura.
di Redazione