Le navi Lifeline e Alexander Maersk dividono l’Europa

Le navi Lifline e Alexander Maersk sono ormai casi internazionali. Dalla nave della Ong tedesca stanotte è stato trasferito, con urgenza in un ospedale di Malta, uno dei 234 migranti a bordo. L’Ong comunica attraverso un tweet, che “le condizioni per i migranti soccorsi, tenuti in mare da cinque giorni, stanno peggiorando”. Anche perché l’imbarcazione naviga nonostante le onde siano alte un metro e il vento sia di 25 nodi.  Malta non ha ancora deciso se accogliere la Lifeline. È quanto sostiene un portavoce del governo de La Valletta a Malta Today. Si riferiscono colloqui in corso fra il presidente francese Emmanuel Macron e il premier maltese Joseph Muscat. Nel frattempo, Malta non consente l’accesso alle acque territoriali e nel porto della capitale all’Aquarius di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere, nonostante non abbia migranti a bordo. “Non ci hanno dato nessuna spiegazione – affermano i responsabili delle Ong – quanto accaduto ci lascia confusi. Ora facciamo rotta a nord in cerca di una soluzione”.

Frattanto, per il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux, “lo sbarco dei migranti dalla Lifeline a Malta è possibile”. Con la promessa del trasferimento dei profughi in aereo nel Paese che accetta di accoglierli. Si tratta di una soluzione prospettata al responsabile della Ong tedesca Alex Steier. Il quale ha scritto una lettera alla Spagna, chiedendo di concedere un permesso ai 234 migranti a bordo della Lifeline. “La Francia – ha detto Grivaux – è pronta a mandare una squadra a Malta per esaminare le richieste d’asilo una per una. Ma la crisi è politica prima che migratoria. Bisogna reagire urgentemente ad una situazione di urgenza”. Intanto, il ministro delle Infrastrutture Toninelli è intervenuto, ancora una volta, sulle operazioni condotte dalla Guardia costiera. Il ministro, nel corso di un’intervista al programma “Radio anch’io” di Radio Uno, ha detto che “si è montato un caso ad arte contro la Guardia costiera. Mi è dispiaciuto molto. Quando proponiamo un premio Nobel non è retorica o slogan: in pochi anni la Guardia costiera ha salvato un milione di vite umane nel Mediterraneo. Ha fatto qualcosa di eccezionale. Lo ha fatto quasi da sola. Negli ultimi anni per colpa anche di una politica sbagliata accadeva che chiunque, ong o richiedenti asilo direttamente, chiamasse la Guardia costiera italiana. Ma se l’imbarcazione è in area marittima libica noi dobbiamo rispondere che non possiamo intervenire perché è area giuridica non nostra. La Guardia costiera risponde al diritto del mare: se un gommone è in mare di responsabilità libica e sono presenti le motovedette libiche, noi non possiamo avere la responsabilità. E il comando delle operazioni lo prende la Guardia costiera libica”. Eppure, ieri, il ministro dell’Interno Salvini voleva dare indicazioni “ultimative” alla Guardia costiera. Sostenendo di “non rispondere neanche più agli Sos in arrivo dai gommoni in difficoltà”.

Intanto, stamattina, intorno alle 6.30, la nave cargo Alexander Maersk, battente bandiera danese, ha lasciato il porto di Pozzallo dove era arrivata intorno alla mezzanotte, dopo il via libera del Ministero dell’Interno per procedere allo sbarco di 108 migranti, salvati dalla Lifeline. Il comandante 46enne danese Kristian Hjort Bech ha levato l’ancora per liberare la banchina del porto ragusano dove, alle 8, era atteso il catamarano proveniente da Malta. La lunghezza del cargo, oltre 150 metri per 6 metri di pescaggio, non avrebbe potuto consentire l’attracco del catamarano della Virtu Ferries che fa la spola tra la Sicilia e Malta. La Alexander Maersk ha ripreso il viaggio verso La Valletta dove dovrà scaricare i container che avrebbe dovuto consegnare la scorsa settimana. Il capitano ha riferito ieri alle autorità marittime e al medico Vincenzo Morello “che la loro missione era scaricare i container. Ma arrivati in prossimità dell’approdo le autorità maltesi hanno negato l’autorizzazione, dopo avere appreso che a bordo c’erano dei migranti”. Nel frattempo, il governo maltese annuncia l’apertura di “un’inchiesta nei confronti del capitano della Lifeline che ha ignorato le istruzioni delle autorità italiane date in accordo alle leggi internazionali”. In una nota del premier Joseph Muscat, si esortano “gli Stati volenterosi a proseguire la condivisione di responsabilità per evitare un’escalation della crisi umanitaria”.

Aggiornato il 26 giugno 2018 alle ore 15:51