Il governo si faccia carico dei diritti sociali

martedì 19 giugno 2018


Se le responsabilità penali arriverà a valutarle un magistrato, quelle etiche toccano a tutti noi. I braccianti africani del Meridione vengono soccorsi in questa ultima settimana da retate di polizia e giornalisti. Baraccopoli con centinaia di sfollati, dopo il caso della nave Aquarius diventano improvvisamente visibili, e come tali portate alla ribalta sui giornali. I braccianti lavorano senza alcuna tutela, dalla mattina alla sera, privati persino del nome e ribattezzati con umilianti soprannomi, costretti a chiamare gli ignoranti caporali terroni “padrone”. Sì, terroni, un nomignolo tanto odiato da me medesimo e che ora utilizzo appositamente per richiamare queste persone alle loro umili origini, votate al lavoro, alla terra, al mondo agricolo; quel mondo pieno di dignità che essi hanno dimenticato.

Umiliando i lavoratori, privandoli del loro nome, li riportano volutamente a un antico stato servile, in cui il binomio padrone-schiavo si ripropone nel mondo turbocapitalista in cui viviamo, dove il politicamente corretto dei salotti televisivi si scontra con il sudore e il sangue dei campi di lavoro italiani in cui, in queste ore, stanno lavorando i nuovi schiavi neri d’importazione.

Come la destra politica non ha l’appalto culturale della sicurezza, così non può ridursi a riservare ai partiti di sinistra i temi del lavoro e dei diritti sociali. Anzi, un centrodestra compatto, un fronte repubblicano maturo cercherebbe proprio di scavare a fondo di tali questioni, ripulendo con decisione le zone di degrado lavorativo in cui gli immigrati irregolari vengono letteralmente accalappiati dalle mafie per lavorare tanto, a poco prezzo. La questione della sicurezza e quella dei diritti, sia civici che umani, non sono questioni separate. Il fronte mediatico scatenato dal caso della nave Aquarius si aprirà come un ventaglio, scatenando un vespaio di polemiche e, forse, anche una seria rivolta nazionale.

Se le forze politiche non decideranno di impegnarsi oltre la retorica del consenso, l’unico fronte che si organizzerà sarà quello dei moderni asserviti che grideranno, a pugno chiuso: “Io sono Spartaco!”. Alla violenza seguirà la violenza, la popolazione italiana si coalizzerà attorno a forze estremiste e razziste, finché del nostro Paese non rimarrà che un pugno di polvere.


di Danilo Campanella