Lo strano caso del curriculum gonfiato

mercoledì 23 maggio 2018


Sia chiaro il Capo dello Stato non ha bisogno dei consigli di questo e di quello per decidere e capire quel che c’è da capire sulla questione del curriculum del Professore Giuseppe Conte. Eppure al netto di questa evidenza che dovrebbe spingere ognuno a smetterla di tirare per la giacchetta il Presidente della Repubblica nel tentativo di “condizionarne” i giudizi. Qualche domanda si impone. Quello del Professore Conte infatti non è il primo e purtroppo forse non sarà neanche l’ultimo degli errori o delle imprecisioni nella stesura dei curricula di chi “corre” per cariche istituzionali. Inutile fare i nomi infatti sugli episodi anche recenti di persone stranamente incappate in forzature nella esposizione dei titoli e delle esperienze vissute sia professionali che didattiche. Parliamo comunque di fatti ed episodi che sinceramente spingono ad una serie di domande e di riflessioni, non sulla gravità della cosa che ovviamente è più che marginale, ma sul perché si compiono tirando così in ballo la propria credibilità.

A semplice titolo di commento ricordiamo che altrove nel mondo su circostanze simili abbiamo assistito a dimissioni, pubbliche scuse e mortificate giustificazioni di certi errori oppure imprecisioni oppure ancora forzature esagerate delle proprie caratteristiche accademiche. Insomma in alcuni, non pochi, paesi, sui curricula non si scherza, specialmente quando servono a garantire la collettività delle proprie esperienze, capacità, titolarità e quant’altro serva a identificarci e caratterizzarci.

Ma al netto di tutto ciò e visto che siamo assolutamente garantisti ammettendo dunque non solo la buona fede ma anche il fatto che qualche piccolo errore o sbavatura ci può sempre stare, non possiamo non chiederci perché? Perché insomma pur sapendo che specialmente in certi casi i curricula saranno sottoposti ai raggi X, si tende a riempirli di tutto, di troppo e di più, pur di apparire unici e rari, talune volte a dispetto dei santi. Ecco perché diciamo che il problema non è tanto sulla medaglia in più o in meno appuntata sul petto, ma sulla necessità di strafare comunque pur di apparire anziché semplicemente essere. Per farla breve il professore Giuseppe Conte sarà sicuramente e ne siamo totalmente convinti, bravo, serio, speciale, insomma un cattedratico non comune per esperienza e capacità, però proprio per questo ci chiediamo perché “esagerare”.

Sarà scontato ma quando ci chiedono consiglio sulla preparazione dei curricula, sosteniamo sempre e comunque di inserire il minimo sicuro e garantito lasciando poi che dalla conoscenza e dal confronto gli altri capiscano o meno il valore e lo spessore personale. Per concludere saprà bene il Capo dello Stato come valutare un caso che è stato fin troppo enfatizzato, quello che però inequivocabilmente resta sul tavolo è il problema di un governo fra leghisti e grillini che a proposito di essere ed apparire, punta all’apparenza perché forse di sostanza sa bene di averne poca o niente.


di Alfredo Mosca