giovedì 3 maggio 2018
Quante ore spendete dietro al vostro videogioco preferito? Se le calcolaste, vi spaventereste. A seconda dell’anno c’è questo o quel videogioco che fa furore. Sta letteralmente spopolando in tutto il mondo “Fortnite”, un gioco di sopravvivenza cooperativo, ambientato in una Terra post-apocalittica, dove l’improvvisa apparizione di una tempesta ha ucciso il 98 per cento della popolazione mondiale. Dopo averlo visto per due minuti, i ragazzi lo adorano e cominciano a giocarci ininterrottamente tanto che, la società che lo ha prodotto, ha ora sviluppato la versione Battle Royale; la differenza con le altre versioni è che qui l’utente può costruire. Un gioco sempre più realistico, con una buona grafica (forse una mappa un po’ piccola) in cui lo sparatutto si fonde con la strategia.
I videogiochi fanno politica? Pare di sì. In senso puramente politico, sono sotto gli occhi di tutti due fattori della nostra società:
Il primo fattore consiste nel fatto che la gente va sempre meno a votare. Chi rimane a casa, chi va al mare, chi in montagna, chi si dimentica proprio, chi scopre che la tessera elettorale gli è scaduta e si scoraggia, assolvendo se stesso con qualche scusa. Ogni elezione si rivela un fallimento in senso di partecipazione elettorale. Questo fattore contribuisce al fatto che le maggioranze parlamentari sono sempre più risicate. Quindi il governo non si può fare, o lo si fa con molta difficoltà, perché se poche persone votano, e spesso votano senza sapere, disperdendo il voto, manca la governabilità. Lo vediamo con quello che succede in queste settimane, tra Lega e Movimento 5 Stelle, con un capo dello Stato che non può che temporeggiare andando di consultazione in consultazione. C’è scarsissima partecipazione. La gente non va votare.
Il secondo fattore è l’informatizzazione della società, con il metodo di voto on-line che si fa avanti in alcuni Stati del nord del mondo. In Italia il parlamento digitale è ancora un’utopia, ma la democrazia liquida, basata sulla democrazia informatica partecipativa, viene promossa dal 5 Stelle all’interno della sua stessa organizzazione.
Bene, se voi foste un governo, e vi trovaste davanti a queste due questioni, come vi comportereste? Cosa fareste? Semplice, le mettereste assieme, facilitando la vita delle grandi aziende informatiche e dei produttori di videogiochi, per abituare la popolazione alla realtà virtuale, in modo da non fargli venire in mente di fare troppi scioperi, tantomeno rivoluzioni di piazza, ma soprattutto, trasferire la loro vita politica all’interno del personale computer. In questo modo, quando le votazioni saranno online, basterà registrarsi sull’apposito canale e procedere immettendo la propria preferenza in una casella. Basta pezzi di carta, basta lunghe file ai seggi, basta uscire di casa! Tutti, potremmo finalmente risolvere la questione, con un semplice clic! E verrà anche più voglia di farlo! A quel punto, i partiti avranno finalmente un massiccio elettorato, e chi vincerà le elezioni, una vera maggioranza per poter mettere su un governo. Semplice, no?
di Danilo Campanella