Una proposta per uscire dal guano

mercoledì 2 maggio 2018


Al termine del secondo conflitto bellico mondiale vi erano in Italia tre poli politici, come oggi. All’epoca, cioè nel 1946, vi era il polo delle forze pre-fasciste (liberali, socialisti e, aggiungerei anche, il Partito d’Azione), vi era il polo rappresentato dai Cattolici (con la Dc) e, infine, vi era un terzo polo identificabile con i Comunisti. Ebbene, tutti e tre questi poli si misero insieme per risollevare il Belpaese dalle macerie. Perché misero da parte gli interessi di bottega e agirono per l’interesse generale del popolo piegato da venti anni di dittatura e dalla guerra. Inoltre, l’Italia di allora, era una nazione spaccata in due: da una parte il Meridione, dall’altra il centro nord. Come oggi.

Lo scorso 4 marzo, i cittadini italiani hanno espresso, attraverso le urne, varie indicazioni esplicite e dirette al Palazzo, di cui la classe dirigente dovrebbe far tesoro. Ad esempio, il primo messaggio che proviene dagli elettori, in virtù del risultato elettorale conseguito dalle diverse forze politiche, è quello di una profonda richiesta di cambiamento, di svolta, di rinnovamento, di responsabilità, di riforma. Gli elettori hanno chiesto di voltare pagina. A questa richiesta si deve porre la massima attenzione. Non si può liquidare semplicemente dicendo: torniamo a votare. Sarebbe l’ennesima ammissione d’incapacità da parte degli attuali partiti o movimenti che dir si voglia. È necessario, invece, dare una risposta seria, convincente, precisa alla domanda degli elettori.

Ecco, questo è il punto. Infatti, l’idea di una nuova Assemblea costituente va proprio in tale direzione. Non chiacchiere, come accaduto fino ad oggi, da un mese a questa parte, ma dibattito politico, dialogo a 360 gradi. È necessaria un’Assemblea costituente votata dai cittadini e che svolga il proprio compito di riforma istituzionale ed elettorale mentre, in Parlamento e nel Governo, tutte le forze politiche sedute nel Palazzo devono garantire un Esecutivo di tutti, come nel 1946, assumendosi la piena responsabilità politica e occupandosi dei tanti problemi che attanagliano la nostra Penisola: crisi economica, disoccupazione, giustizia, immigrazione, ambiente, precarietà lavorativa, scuola, povertà, dissesto idrogeologico, criminalità... Un Governo con dentro tutti i leader politici delle diverse forze in campo. Come fecero De Gasperi, Togliatti e Nenni subito dopo la guerra. In maniera tale che l’Assemblea possa lavorare in modo serio, con giuristi, costituzionalisti, con persone di alto profilo umano e di riconosciuto spessore culturale, oltre che politico, con personalità che siano espressione delle diverse culture politiche. Insomma, credo che sia necessario eleggere i Costituenti in modo che essi appartengano a tutte le più importanti realtà organizzate e di un certo rilievo, ma in modo proporzionale, coinvolgendo tutte le età: dai 25 anni in su.

Ci sediamo intorno a un tavolo? Ne vogliamo parlare? Si potrebbe dare l’incarico di formare il nuovo Governo a una figura terza, ma rappresentativa e capace di unire le diversità. L’ho scritto e detto in tempi non sospetti, sostenendo l’idea politica che ho definito come “la sfera sul piano”, di cui esiste anche un video sul web.


di Pier Paolo Segneri