venerdì 8 dicembre 2017
La doppia rinuncia di Angelino Alfano e Giuliano Pisapia segna la rotta della sinistra e nello specifico la disfatta di Matteo Renzi. Il passo indietro di Pisapia apre, infatti, la strada ad una sinistra alternativa al Partito Democratico che con Pietro Grasso, e forse con Laura Boldrini, potrà contare su un forte appeal su quello che era l’elettorato della “Ditta” di Pier Luigi Bersani. Massimo D’Alema sta maturando la sua vendetta!
Con questa legge elettorale, che Renzi arrogante e spavaldo ha proposto, il suo partito rischia di perdere anche collegi tradizionalmente di sinistra. Di converso, il centrodestra potrebbe conquistare la maggioranza dei collegi uninominali rasentando la maggioranza parlamentare… La rinuncia di Angelino Alfano, peraltro, sancisce la fine del progetto di “Alternativa Popolare”. Molti dei suoi esponenti potrebbero direttamente transitare nelle fila del centrodestra, nella speranza di trovare ospitalità. Lo schema che Renzi aveva ideato, insomma, sfuma in un sol giorno. Il Pd non avrà più due ali, al centro e a sinistra, dovrà far praticamente da solo con alleati privi di qualunque forza e credibilità e senza leadership.
Diverso lo schema nel centrodestra dove Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno invece una sempre più nitida rappresentanza politica, ciascuno forte della propria leadership, come ha dimostrato da parte sua anche il Congresso di Trieste di Fratelli d’Italia. Peraltro, anche le due liste che Berlusconi sta allevando, una più cattolica con Lorenzo Cesa, l’altra più laica, con Enrico Costa & company, per quanto variegate rappresentano comunque un valore aggiunto.
A questo punto, occorre fare il massimo sforzo per raggiungere pienamente l’obiettivo della maggioranza parlamentare, perché altrimenti il rischio serio è che di fronte a una situazione di impasse nel nuovo Parlamento, Berlusconi sia “costretto” a offrire proprio a Renzi, finalmente libero di Alfano e Pisapia, il nuovo patto istituzionale, non più al Nazareno ma direttamente ad Arcore, portando indietro la lancetta di una decina d’anni, quando ricevette l’allora sindaco di Firenze, rimanendone colpito.
Il centrodestra ora ha i numeri per vincere e governare ma deve raggiungere il risultato della maggioranza parlamentare e deve avere un chiaro organico programma di governo, condiviso e realizzabile. Altrimenti, la rinuncia di Alfano e di Pisapia paradossalmente potrebbe favorire il nuovo compromesso tra Berlusconi e Renzi (a parte invertite). Ora il centrodestra ha il dovere di vincere. La Destra può segnare la storia.
(*) Presidente della Fondazione FareFuturo e direttore responsabile di Charta Minuta. Giornalista, parlamentare per cinque legislature, cofondatore prima di Alleanza nazionale e poi del PdL, è stato viceministro alle Attività produttive con delega al Commercio Estero. Oggi è anche presidente della società “Italy World Services”, con sede a Roma e Teheran e sedi operative in tredici Paesi nel mondo.
di Adolfo Urso (*)